Economia

Così distruggono il Meridione

Così distruggono il Meridione

La Banca Popolare di Bari è in una grave crisi. Non per immaginarie colpe dei vigilanti di Banca d'Italia né per le colpe vere e presunte della famiglia Jacobini, che ha fondato questa banca e ci comanda assieme e in fasi alterne con il banchiere rosso De Bustis, che ha avuto i suoi fasti e i suoi nefasti al Monte dei Paschi, oltre che a Bari. Guardare ai vigilantes e al paniere di mele buone e mezzo buone o marce dei vigilati significa guardare al dito, sporco di rosso e di familismo locale, ma non guardare alla Luna. Mi riferisco a una luna a due facce: su una c'è politica sbagliata del governo Pd della Puglia; sull'altra c'è la politica sbagliata dei governi nazionali di sinistra post comunista e cattocomunista da Monti in poi e dei pentastellati del Conte 1 e del Conte 2, che «si sono giocati la Puglia». Lo hanno fatto e lo stanno facendo con una politica economica e una deriva giustizialista che ha rovinato la sua economia e stanno rovinando l'economia italiana.

Il governo regionale del Pd e il partito del Pd della Puglia «si sono giocata» la regione che governano, in particolare nel grande distretto industriale di Taranto, soprattutto (ma non solo) con il dramma di Arcelor Mittal e con il blocco insensato al gasdotto Tap, che hanno inizio fra il 2011 e il 2012. A ciò si è aggiunta la politica nazionale della sinistra italiana da Monti in poi, che ha danneggiato la crescita economica soprattutto al Sud, e dunque in Puglia, che fa parte delle regioni del Mezzogiorno più ricche di prospettive di sviluppo, con l'infelice tridente: I) tasse e bonus; II) giustizialismo che blocca le infrastrutture con procedure a tempo indeterminato e spegne gli alti forni con decreti giudiziari a effetto immediato; III) ingessatura del mercato del lavoro, con Jobs Act, Decreti Dignità e altro, che danneggiano sopra tutto la contrattazione aziendale decentrata meridionale.

Il Pil dell'Italia nel 2019, dato tutto ciò, non è ancora al livello pre-crisi del 2008. E il divario è maggiore nel Sud che nel Nord. Come meravigliarsi, dunque, se la Banca Popolare di Bari, la più importante del Mezzogiorno di Italia, che il decreto Renzi voleva trasformare in società per azioni, come se ciò fosse un toccasana anziché un placebo, utile per speculazioni al rialzo e al ribasso in Borsa, ora è piena di sofferenze bancarie estremamente difficili da smaltire. E se la sua acquisizione di Tercas, una banca abruzzese anch'essa piena di sofferenze bancarie genera un ingorgo? Se ci fosse una ripresa anziché la stagnazione dell'economia e se ciò non toccasse in specie la Puglia e Taranto, queste sofferenze bancarie pugliesi sarebbero state smaltite facilmente, anche quelle abruzzesi che gravano su Tercas.

Non guardiamo al dito, guardiamo alla Luna. E, tornando indietro, entriamo nell'epicentro del problema, che sta a Taranto, ove nell'indotto di Arcelor Mittal lavorano 600 imprese. Secondo uno studio econometrico di Svimez, (Istituto di Studi per le Sviluppo del Mezzogiorno) sino a tutto il 2018, la riduzione di produzione di acciaio di Arcelor Mittal a 6 milioni di tonnellate annue rispetto agli 8 della gestione Riva, terminata nel luglio del 2012 è costata 23 miliardi, ossia 1,2 punti di Pil italiano, di cui 16 nell'area di Taranto e 7 nel Nord. A Taranto la perdita annua è di 2,7. L'eventuale nuova riduzione, che si profila di altri 2, porta s oltre 5. Eppure tutto ciò si può eliminare tramite il gas dotto Tap, che approda a Taranto portandovi il gas dell'Azerbagian, con una capacità di 20 milioni di metri cubi. Ciò consente la conversione della sua siderurgia ad alti forni a carbone in alti forni elettrici alimentati a gas, ecologicamente non pericolosi alla salute e all'ambiente e competitivi. E consentirebbe anche altri sviluppi industriali. Tutto ciò sin qui è stato ritardato, da decreti del governo della Puglia e del governo Conte 1 di presunta salvaguardia ambientale. Ora essi sono bocciati dalla magistratura. Ma se non si smette questa politica anti-sviluppo, la nuova Banca statale del Sud che il governo rosso cupo vuol creare ci costerà molto più di un miliardo, succhierà altri miliardi, sarà una nuova piaga dirigista come Alitalia. Ci siamo «mangiati la Puglia». Ma purtroppo ciò non è la fine del discorso. Infatti, continuando con questo tridente nazionale di politiche economiche anti industriali e con questi governi regionali Pd noi ci giochiamo l'intero Sud, perché il contagio esiste non solo nella finanza, ma anche nell'economia regionale.

E la Puglia è uno dei grandi motori di questo sviluppo.

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