Un'altra beffa per i terremotati: tartassati dai Monopoli di Stato

La rabbia dei gestori della ricevutorie "terremotate": "Perché lo Stato se la prende con noi?"

Un'altra beffa per i terremotati: tartassati dai Monopoli di Stato

Sulla testa dei terremotati del Centro Italia si abbatte una nuova tegola. L’ennesima beffa ai danni di chi ha perso tutto, o quasi, è arrivata via posta. È una circolare dell’Agenzia Dogane e Monopoli, con tanto di timbro e firma del funzionario delegato a certificarne l’autenticità. La “minaccia” è quella del “sottoreddito” e riguarda le ricevitorie che “non raggiungono un incasso annuale minimo prestabilito delle giocate del lotto per la durata di due esercizi finanziari consecutivi”.

Di queste “letteracce”, come le definisce chi l’ha ricevute, ne sono arrivate parecchie. Partono in automatico, arrivano a chiunque non abbia raggiunto la raccolta del gioco minima nel 2017: 20.658,28 euro. E arrivano anche fin dove non sarebbero dovute arrivare. Fino al cuore della zona rossa, alle prese con macerie e soluzioni alloggiative di fortuna. Negli gli esercizi tinteggiati di fresco di chi lottano per rimanere a galla. Insomma, se nel 2018 il profitto non migliora, poco importa che tu sia terremotato o meno perché “lo scrivente Ufficio, nel prossimo 2019, dovrà procedere alla determinazione di revoca della ricevitoria”. Da non credere.

Eppure Francesco Pastorella, coordinatore dei Comitati Terremoto Centro Italia, ha già collezionate una decina di segnalazioni: “Provengono sia dal Lazio, sia dall’entroterra maceratese, dai comuni sconquassati dal sisma”. È stato lui a sollevare il caso, bollando la missiva con parole dure: “Chi se ne frega se la ricevitoria è ubicata in zona rossa ed ha riaperto grazie alle donazioni dei privati e soprattutto l’utenza non è, e non può essere, la stessa di prima”. Per Pastorella il messaggio è chiaro: “Se non portate profitto, non meritate di lavorare per noi”. La spiegazione, sottolinea il presidente dei Comitati, va ricercata “nella mancanza di una legge speciale sul terremoto”. Adesso, aggiunge, “auspichiamo che il nuovo governo acceleri in tal senso per dar luogo ad una vera e concreta ricostruzione”.

Nel frattempo, però, qualcuno si è già rivolto all’Agenzia in cerca di una spiegazione. E l'ha ricevuta. “Dicono che si tratta di un pro forma e che non chiuderanno le nostre ricevitorie”, ci racconta un gestore che preferisce rimanere anonimo.

Eppure, ammette, “non mi sento affatto rassicurato” perché “verba volant, scripta manent”. Comunque vada, per i più, “si è comunque trattato di una pugnalata”. E c’è chi ormai si sente perseguitato e vorrebbe domandare alle istituzioni: “Perché ce l’avete con noi?”.

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