Coronavirus

Cos’è l’imprinting immunitario e come protegge dal Covid

Il nostro sistema immunitario potrebbe reagire in maniera diversa se infettato con le prime varianti del Covid rispetto a quelle attuali: ecco cos'è l'imprinting immunitario

Cos’è l’imprinting immunitario e come protegge dal Covid

Dopo due anni e mezzo di pandemia abbiamo superato almeno una decina di varianti del Covid-19 originario, quello partito da Wuhan. L'ultima in ordine di tempo è l'ennesima sottovariante di Omicron, BA.2.75, chiamata dagli esperti "variante di seconda generazione". Indipendentemente dall'elenco, è importante capire come il nostro corpo reagisca e contrasti le nuove infezioni a Sars-CoV-2 e qual è il ruolo del vaccino nella risposta del sistema immunitario a Delta, a Omicron e così via.

Cos'è l'imprinting immunitario

Chi si è infettato due anni fa con il "primo" Covid potrebbe non avere una protezione completa contro Omicron 5 perché si tratta, fondamentalmente, di due virus notevolmente diversi. Se con lo stesso patogeno il sistema immunitario si attiva, lo riconosce e lo combatte, con un patogeno notevolmente diverso il "riconoscimento" potrebbe non avvenire. Ecco cosa intendono gli esperti per "imprinting immunitario", noto anche come "peccato originale antigenico". Lo stesso discorso vale per i vaccini: all'inizio contrastavano anche la semplice infezione e non solo i sintomi gravi della malattia, perché modulati su un virus molto simile: adesso Sars-CoV-2 riesce, in parte, ad aggirare il sistema immunitario perché i vaccini non sono ancora stati aggiornati mentre il virus è cambiato.

Cosa succede con altri virus

Anche se la scienza sta studiando il fenomeno in continua evoluzione, chi ha incontrato il virus nella prima ondata potrebbe non essere protetto adesso, e i suoi anticorpi sarebbero "impreparati" perché il sistema immunitario è ancora "settato" per combattere lo stesso agente patogeno. Tutti i vaccini, comunque, proteggono dalle forme gravi di malattia ed è fondamentale per i soggetti più deboli effettuare la dose booster per mettersi al riparo. In ogni caso, questo fenomeno di imprinting vale già per influenza, Hiv e tanti altri come descrivono i ricercatori su Science. Gli studi, poi, hanno messo in luce quanto detto prima, e cioè che gli anticorpi neutralizzanti sono via via meno efficaci nel tempo e in maniera variabile rispetto al ceppo che infetta: a volte viene riconosciuto, altre volte meno o per nulla.

L'imprinting, comunque, resta contro la malattia grave: chi si vaccina oggi avrà comunque una protezione che non avrà chi non si sarà vaccinato. E il virus ha dimostrato che ognuno di noi ha una risposta diversa: asintomatici, sintomatici con malattia blanda e altri gradi di malattia. Esistono tantissime risposte immunitarie tutte diverse tra loro. "Si è capito che la vaccinazione, a differenza dell’infezione, permette di generare una risposta immunitaria più ampia (perché si formano i centri germinativi nei linfonodi) che quindi consente di rispondere meglio anche alle varianti - ha dichiarato al Corriere della Sera Antonella Viola, immunologa e docente di Patologia generale all’Università di Padova. "Tuttavia si è anche capito che il titolo anticorpale che generiamo con i richiami è maggiore nei confronti della Spike originaria e più basso per le varianti via via più diverse, a indicare che c’è stato un chiaro imprinting dato anche dalla vaccinazione".

Il dibattito

L'Oms ha decretato che i futuri booster contro Omicron riuscirebbero ad ampliare la protezione contro più varianti anche se la stessa Viola e altri immunologi nutrono alcuni dubbi. "Per capire se i richiami con i nuovi vaccini funzionano meglio nei confronti delle nuove varianti bisognerebbe fare un confronto tra richiamo con la dose 'classica' e richiamo con quella aggiornata, a parità di tutte le altre condizioni. Negli animali non si sono viste differenze", afferma l'immunologa. È probabile che qualsiasi richiamo possa andar bene perché stimola l'impronta, l'imprinting del nostro sistema immunitario.

Viceversa, se cambiasse del tutto la Spike del virus, ogni vaccino andrebbe cambiato ma per adesso questa evenienza non c'è.

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