Ecco come funziona l'assalto multiplo del Covid nel nostro corpo

Ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo: tra gli effetti del Covid-19 c'è anche un aumento della pressione arteriosa sistemica. La ricerca è stata condotta da un team dell'Università Statale di Milano che ne spiega le cause

Ecco come funziona l'assalto multiplo del Covid nel nostro corpo

Ormai abbiamo quasi imparato tutto di Covid, ed ogni giorno che passa c'è sempre una nuova sfaccetttura: oltre a polmoni (il suo bersaglio preferito), alla pelle, al sistema nervoso ed altri organi quali cuore e cervello, il virus provoca anche un costante aumento della pressione arteriosa sistemica.

Come avviene l'aumento della pressione

Man mano che i problemi respiratori si fanno più seri, Covid evolve in una patologia vascolare che determina un'instabilità emodinamica. Lo studio, condotto dall'Università Statale di Milano tra due gruppi di ricerca, clinica e laboratorio, e pubblicato sulla rivista specializzata European Respiratory Journal, dimostra come alcune persone infette possano andare incontro ad una progressiva degradazione della funzionalità dell'endotelio (tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni) polmonare che si associa ad un aumento della pressione.

"Ace2 è l'ingresso del virus"

I dati mostrano come la funzione respiratoria venga alterata nei soggetti che sviluppano elevati valori di pressione arteriosa, che determina una prognosi peggiore. "Sembrerebbe che i pazienti con Covid-19 siano meno capaci di attuare dei meccanismi compensatori nei confronti dell'attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone dovuta, forse, ad una riduzione dell'enzima Ace2, effetto quest'ultimo possibilmente mediato dal virus Sars-CoV-2", afferma il team di ricerca ad AndKronos. "Infatti, il virus si lega con avidità ad Ace2 utilizzandolo come via di ingresso nelle cellule polmonari e di altri tessuti come ad esempio quello vascolare sistemico e polmonare".

Queste osservazioni sono nate durante le attività nell'Unità cardiorespiratoria della Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano diretta dal Prof. Francesco Blasi. Da un punto di vista terapeutico, affermano gli autori, "i risultati di questa ricerca suggeriscono come i pazienti affetti da Covid-19 possano beneficiare di un approccio terapeutico di comune pratica clinica nell'ambito delle patologie con danno endoteliale, quale ad esempio l'ipertensione arteriosa". I farmaci consigliati in questo caso "sono rappresentati da antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi, Ace-inibitori e sartani", concludono gli autori.

I numeri della Sia

La Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa ci dice che in Italia l'ipertensione colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Il 19% degli uomini e il 14% delle donne sono in una condizione di rischio. La distribuzione tra Nord e Sud è abbastanza omogenea ed uniforme.

Le tre regioni con il maggior numero di ipertesi sono Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Calabria, dove la percentuale negli uomini arriva fino al 45%, quasi uno su due. Le regioni con il numero più basso sono Marche ed Abruzzo, con la percentuale che non supera il 24% di uomini e donne.

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