Coronavirus

Covid, ecco le due date chiave: "Picco il 20 marzo, a giugno il virus rallenterà"

Studi italiani e statunitensi prevedono il picco di contagi da Covid nel nostro Paese attorno al 20 marzo, con diminuzioni a giugno, che porteranno il virus a sparire

Covid, ecco le due date chiave: "Picco il 20 marzo, a giugno il virus rallenterà"

Gli studi condotti dagli esperti italiani e americani coincidono: il picco dei contagi di Covid in Italia avverrà attorno al 20 marzo. Come si legge su Quotidiano.net, il picco dei decessi è atteso per il 2-3 aprile, con una netta diminuzione, che a fine giugno scenderà sotto quota quaranta. Come afferma il dottor Roberto Cauda, infettivologo di Università Cattolica e Policlinico Gemelli, “il picco è atteso secondo i modelli matematici tra il 20 e il 22 di marzo. Ovviamente le variabili sono diverse, a partire dalle varianti e dalle misure che verranno prese”.

Ad aver studiato l’andamento della curva epidemica anche l’ingegner Alberto Gerli, studioso dell’andamento della pandemia. “La crescita proseguirà fino al 20 marzo”, afferma Gerli, aggiungendo: “ci aspettiamo entro l'estate circa 600mila contagiati in più rispetto agli attuali 3 milioni. I decessi saranno inferiori a quelli delle due ondate precedenti, ma comunque il prezzo sarà pesante, intorno ai 10 mila morti. Avremo picchi di 40mila contagiati al giorno e 7-800 decessi al giorno”. Differiscono di poco le previsioni dell'IHME, l'Institute for Health Metrics and Evaluation dell'università di Washington a Seattle. Stando agli studi dell’Università dell’Oregon infatti, il picco arriverà attorno al 10 marzo. I decessi cresceranno fino al 2-3 aprile, con un range atteso tra 611 e 650 morti. Le vittime scenderanno a 447-517 attorno al 15 aprile e a 223-314 il primo maggio, a 38-112 vittime il 30 maggio e a 21-106 il 10 giugno e a 6-113 i primo luglio.

Secondo l'Istituto Superiore della Sanità, le vaccinazioni stanno già rallentando i contagi, soprattutto negli anziani e negli operatori sanitari. “A partire dalla seconda metà di gennaio”, ha annunciato l’Iss, "si osserva un trend in diminuzione del numero di casi negli operatori sanitari e nei soggetti di età maggiore o uguale a 80 anni, verosimilmente ascrivibile alla campagna di vaccinazione in corso. La curva epidemica dei casi riportati come operatori sanitari e la curva dei casi non riportati come operatori sanitari hanno avuto un andamento molto simile fino alla seconda metà di gennaio quando le due curve hanno iniziato a divergere, mostrando un trend visibilmente in calo per gli operatori sanitari a fronte di un trend stazionario, con tendenza a un lieve aumento dall'8 febbraio”. Le vaccinazioni starebbero dunque piegando la curva epidemica e contribuendo alla diminuzione dei contagi nelle Rsa. Ad affermarlo è il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: “Cominciamo ad assistere a una diminuzione decisa dei contagi e dei focolai nelle Rsa, probabilmente per effetto della campagna vaccinale che nella prima fase ha interessato proprio operatori sanitari e anziani”.

Sono i vaccini, quindi, la chiave per una drastica diminuzione dei contagi, ha dichiarato Roberto Cauda. “La strategia è una sola: contenere e vaccinare”, ha affermato il medico d’accordo con le previsioni dei suoi colleghi.“I vaccini sono la risposta e, come abbiamo visto in Israele e negli Stati Uniti, mano a mano che procede l'immunizzazione della popolazione le curve declinano.

Con trenta milioni di persone immunizzate almeno con una prima dose a fine giugno, dato del quale ha parlato il ministro Speranza, non si raggiunge l'immunità di gregge, per la quale ci vuole la copertura del 70% della popolazione, ma l'impatto sulla pandemia già sarebbe significativo: mano a mano che le vaccinazioni procedono, la diffusione del virus si riduce”.

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