Ecco perché chi è stato vaccinato si può infettare

Due donne, che avevano effettuato la vaccinazione completa con Pfizer e Moderna, si sono comunque ammalate. La spiegazione dei ricercatori

Ecco perché chi è stato vaccinato si può infettare

Reinfettarsi dopo aver completato le due dosi di vaccino? Purtroppo può accadere, anche se è molto raro, e la colpa è delle varianti del Covid-19 che abbassano (in parte) l'efficacia dei vaccini.

Le evidenze su due donne

Uno studio della Rockfeller University di New York pubblicato sul New England Journal of Medicine ha descritto due casi di reinfezione da Covid in due donne precedentemente vaccinate con due dosi, rispettivamente di Moderna e Pfizer, e con la seconda dose somministrata più di due settimane prima del test positivo. C'era tutto il tempo, quindi, per poter sviluppare gli anticorpi contro la malattia. Lo studio ha preso in esame 417 persone vaccinate all'interno della comunità universitaria ed è stato evidenziato che la prima donna, paziente sana di 51 anni e senza fattori di rischio, ha ricevuto la prima dose il 21 gennaio scorso e la seconda il 19 febbraio. Dopo 19 giorni ecco i primi sintomi: mal di gola, congestione e mal di testa hanno fatto scoprire la positività al Covid-19 che è sparita senza lasciare traccia dopo una sola settimana, ed è questa l'unica buona notizia. L'altra donna, di 65 e anch'essa senza fattori di rischio, aveva ricevuto la prima dose il 19 gennaio e la seconda il 9 febbraio. Dopo poco più di un mese, il 16 marzo, ha lamentato affaticamentio, congestione e mal di testa: il giorno dopo è risultata positiva il Covid ma i sintomi sono durati tre giorni scomparendo il 20 marzo.

"Le varianti destano preoccupazione"

"Le varianti emergenti della sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus 2 (SARS-CoV-2) destano preoccupazione clinica", scrivono i ricercatori, che aggiungono come "queste osservazioni indicano un potenziale rischio di malattia dopo la vaccinazione riuscita e la successiva infezione con il virus variante". Il sequenziamento del genoma ha rivelato che una delle due donne ha contratto la malattia con la mutazione E484K presente nella variante sudafricana (non a caso tra le più temute) e l'altra con la mutazione S477N che si è diffusa a New York dal mese di novembre. Tra l'altro, test precedenti avevano dimostrato come le due donne avessero sviluppato un titolo anticorpale molto elevato a seguito della vaccinazione ma che, in questo caso, non è bastato a coprirle del tutto.

Perchè ci si può infettare dopo le vaccinazioni?

Sottolineando come questi casi siano estremamente rari e come, grazie alla vaccinazione, la malattia sparisce in poco tempo lasciando pochissime tracce, è possibile infettarsi dopo le due dosi di vaccino semplicemente perché lo dice la matematica e lo dicono gli studi: i trials clinici condotti da Pfizer e Moderna, probabilmente i vaccini più efficaci fino a questo momento nella lotta al Coronavirus, dicono che hanno una protezione del 95%. Questo numero significa che, su 100 persone, 95 saranno protette e 5 no anche se sviluppano (o non sviluppano) gli anticorpi. Ed è quello che è accaduto alle due donne, sfortunate, che fanno parte di quel 5% della popolazione per la quale il vaccino può non coprire dal virus e dalle sue varianti. Purtroppo è la casistica e la statistica: non si fosse reinfettato nessuno, la loro protezione sarebbe stata del 100% ma così non è.

"Necessario fare il richiamo"

"Queste osservazioni non minano in alcun modo l'importanza degli sforzi urgenti compiuti a livello federale e statale per vaccinare la popolazione statunitense. Forniscono inoltre supporto agli sforzi per promuovere un nuovo richiamo del vaccino (oltre a un vaccino pan-coronavirus) per fornire una maggiore protezione contro le varianti", scrivono i ricercatori riferendosi alla campagna vaccinale degli Stati Uniti ma il messaggio vale per tutti: bisogna programmare un richiamo del vaccino per mettere in sicurezza dalle varianti e fare un richiamo anticorpale (fondamentale) per chi si è vaccinato 5 mesi fa. Come ci siamo occupati recentemente (qui il nostro pezzo) anche in Italia sono segnalati i primi casi di infezione sul personale sanitario vaccinato a gennaio per gli stessi motivi che hanno fatto infettare le due donne americane, ovvero che i vaccini non sono infallibili e per questo sarà fondamentale ripetere la vaccinazione.

"Servono strategie"

"L’idea che potremmo non avere più necessità di test nel mondo post-vaccino probabilmente non è accettabile in questo momento. Per quanto ne sappiamo attualmente, anche le persone completamente vaccinate che sviluppano sintomi respiratori dovrebbero prendere in considerazione di sottoporsi al test per Covid-19, e dovrebbero fare lo stesso in caso di esposizione a individui con infezione nota", hanno scritto nel commento al loro studio gli scienziati coinvolti.

"Durante questo periodo critico, i nostri dati supportano la necessità di mantenere livelli di strategie di mitigazione, inclusi test seriali su persone asintomatiche, pubblicazione aperta e analisi di database di vaccinazioni e infezioni e sequenziamento rapido della SARS -CoV-2 RNA ottenuto da una varietà di persone ad alto rischio", concludono.

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