In Italia i casi di contagio da Covid-19 e i ricoveri in ospedale, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva, stanno diminuendo sempre più ma bisogna fare attenzione a non abbassare la guardia, soprattutto in questo periodo di vacanze estive. È questo l’avvertimento lanciato in una intervista al Messaggero da Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts). Secondo l’esperto, infatti, è fondamentale che chi intraprenderà un viaggio abbia concluso il percorso vaccinale, soprattutto in considerazione dell’avanzare della variante Delta.
Ciciliano ritiene che il Green pass, il passaporto sanitario legato al SARS-CoV-2 con il quale è possibile partecipare ad eventi e a muoversi liberamente sia all’interno dei confini nazionali che in altri Paesi, è" importante, è stato giusto introdurlo e ci garantirà una estate più serena” ma il documento è “uno strumento utile ma non infallibile". Pertanto, è l’auspicio dell’esperto, "chi si mette in viaggio, soprattutto i ragazzi, lo faccia solo dopo avere concluso il percorso vaccinale, prima e seconda dose, visto che abbiamo capito che con la variante Delta la completa copertura è maggiormente efficace".
"I giovani italiani che viaggeranno in mezza Europa, dopo le limitazioni di questi mesi, tenderanno a socializzare, a frequentare i luoghi del divertimento, a incontrare coetanei provenienti da altri Paesi", ha aggiunto Ciciliano che ha ammesso che è "giusto che sia così, non possiamo condannare i ragazzi a restare chiusi in casa per sempre". C’è, però una grande incognita sempre legata a Covid. L’esperto, infatti, invita i ragazzi a vaccinarsi anche perché affidarsi al semplice test antigenico "potrebbe essere una insidia". Perché non è da escludere la possibilità che una persona sia obbligata a dover restare nel luogo della vacanza per molto tempo. Una eventualità che comporterebbe notevoli problemi.
"Proviamo a pensare a cosa potrebbe succedere a luglio e agosto a molti ragazzi che magari decidono di trascorrere le vacanze in Spagna, in Grecia, a Malta e non si sono vaccinati", è l’esempio fatto dall’esperto. "Alla vigilia della partenza- ha continuato- un giovane per ottenere il Green pass si sottopone al test antigenico almeno 48 ore prima. Per i successivi spostamenti dovrà di nuovo eseguire il tampone. Mettiamo che, nelle due settimane in vacanza a Ibiza o a Corfù, sfortunatamente sia venuto a contatto con un coetaneo positivo. Dal test necessario per avere luce verde con il Green pass, prima di salire sull'aereo che lo deve riportare in Italia, anche lui risulta contagiato". A quel punto Ciciliano ricorda che il soggetto in questione deve restare nel luogo della vacanza per chissà quanti giorni, in attesa di negativizzarsi.
Da ciò si evince che nell’imminente futuro si potrebbe verificare un grande problema: il rischio di trovarci "con centinaia di ragazzi italiani bloccati in Spagna, in Grecia, a Malta,
perché sono positivi e non possono rientrare". Discorso diverso se invece un ragazzo si vaccina contro Covid prima di partire. In quel caso, ha concluso l’esperto, "tutto questo può essere dimenticato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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