Coronavirus

Le riaperture? Già a rischio: in arrivo una nuova serrata

Fino a metà gennaio avremo misure severe. Limiti a spostamenti e attività chiuse. Oggi vertice di maggioranza per vagliare le ipotesi sul tavolo

Le riaperture? Già a rischio: in arrivo una nuova serrata

Quest’anno l’Epifania, che tutte le feste porta via, non porterà probabilmente via anche le restrizioni anti-Covid. Dal 7 gennaio cambieranno magari i colori delle regioni ma le restrizioni molto difficilmente cadranno. Almeno fino a metà gennaio avremo infatti misure severe di contenimento. Già ieri il ministro della salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza per ritardare l’apertura delle piste sciistiche al 18 gennaio. Come tra l’altro chiesto dalle regioni e dalle province autonome stesse. Con la curva epidemiologica che continua la sua salita è difficile pensare che vi saranno molte riaperture a partire dal 7 gennaio. Martedì prossimo, 5 gennaio, l’Istituto superiore di Sanità esaminerà l’andamento del contagio da Covid e Palazzo Chigi potrebbe pensare di prorogare le restrizioni anche dopo l’Epifania e fino al 15 gennaio, ovvero la data di scadenza dell’ultimo Dpcm, che ha fissato il lockdown nazionale nei giorni festivi e prefestivi dalla Vigilia di Natale alla Befana.

Rt e regioni: nuove restrizioni in arrivo

Alcune regioni potrebbero colorarsi di giallo, altre di arancione, e qualcuna addirittura restare rossa. Le ipotesi sono ancora tutte sul tavolo. Molto dipenderà dall’indice Rt. Il governo potrebbe decidere di usare nuovi criteri per l’Rt per determinare le fasce. Oppure decidere di fare tutta l’Italia zona rossa durante i fine settimana, chiudendo così bar, ristoranti, centri commerciali e negozi non necessari, oltre a vietare alla popolazione di uscire di casa se non per motivi strettamente necessari, come lavoro, salute o emergenza. Secondo i criteri attualmente utilizzati dal ministero della Salute, le regioni che mostrano un Rt superiore all’1,25 passerebbero in fascia arancione, mentre quelle che addirittura superano il valore sopra l’1,50 sarebbero rosse.

I criteri potrebbero però venire modificati: il primo a 1 e il secondo a 1,25. Secondo questa ultima ipotesi, arancioni sarebbero Calabria, Liguria e Veneto, altre tre, Basilicata, Lombardia e Puglia sarebbero a metà, e per Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche, per il momento pochissimo sotto l’1, dipenderebbero dai prossimi dati.

Come si legge nel bollettino infatti: “Veneto, Liguria, Calabria hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, mentre Basilicata, Lombardia e Puglia lo superano nel valore medio, e Marche, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia lo sfiorano”. Insomma, mezza Italia sarebbe toccata da notevoli restrizioni, come chiusura di bar e ristoranti, e limitazione degli spostamenti.

Nulla ancora è deciso

Niente è però certo, anche perché vanno prese in considerazione anche altre nozioni. Per un’altra settimana dovremmo comunque avere ancora numeri elevati, come conseguenza del periodo pre-natalizio. Solo a metà gennaio potremo avere un’idea delle conseguenze delle restrizioni messe in atto durante le festività vere e proprie. Tenendo anche conto che molti italiani hanno passato qualche ora con familiari e amici per festeggiare il Natale, come previsto da Palazzo Chigi. I ministri Speranza, Boccia e Franceschini sarebbero dell’idea di iniziare subito con nuove restrizioni, senza aspettare la scadenza del Dpcm. Magari anticipando un nuovo decreto che potrebbe già essere varato il 7 gennaio. Molto difficile comunque che verranno riaperti a breve alcuni settori. Per palestre, piscine, teatri, e cinema le porte potrebbero rimanere ancora chiuse. Ma, mentre per le prime potrebbe esserci la possibilità di aprire solo per lezioni individuali, per i secondi non vi sarebbe neppure quella.

Conte convoca maggioranza e Cts

Intanto a Palazzo Chigi Giuseppe Conte ha convocato i capidelegazione della maggioranza per un punto sull'emergenza Covid in vista del 7 gennaio e delle possibili misure.

Si tratta del consueto incontro allargato al Comitato tecnico scientifico (Cts), al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.

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