Coronavirus

Crai sospende la vendita delle mascherine: prezzo troppo basso

I costi delle mascherine superano i ricavi, il gruppo Crai in un comunicato spiega il perchè della sua scelta: "Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione"

Crai sospende la vendita delle mascherine: prezzo troppo basso

Costo delle mascherine al ribasso, ma in modo così drastico da aver spinto le catene facenti capo al Gruppo Crai secom S.p.a. a scegliere di non distribuire più i dispositivi di protezione individuale all'interno dei propri punti vendita.

Una decisione, questa, che sta scatenando un mare di polemiche a riguardo, dopo la decisione presa dal commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri."Ho firmato l'ordinanza che fissa il prezzo delle mascherine chirurgiche a 0,50, un prezzo che abbiamo considerato ragionevole. Le mascherine sono diventate un bene prezioso e lo sarebbero state ancora di più se non ci fosse stata un'adeguata produzione nazionale. Durante l'epidemia non si deve speculare. Alcuni prezzi sono stati scandalosi", aveva dichiarato anche nel programma televisivo "Che tempo che fa".

Una previsione che aveva fin da subito fatto nascere più di qualche perplessità, come ad esempio quelle espresse dal presidente della regione Veneto Luca Zaia: "Se il Governo fissa a 50 centesimi il prezzo per una mascherina tutta la produzione nazionale sparisce", aveva denunciato durante una conferenza stampa. "Perché quello è il prezzo alla produzione delle mascherine italiane. Noi per equilibrare il mercato abbiamo comprato mascherine chirurgiche fatte in Veneto e il prezzo era a un euro. Bisogna dare un aiuto alle imprese nazionali per permettere loro di stare sul mercato", aveva ribadito.

Le farmacie avevano ottenuto dal governo la possibilità di essere coperte per tutte quelle spese superiori ai 0,50 centesimi, una soluzione che ha fatto avanzare le medesime richieste anche a "Federdistribuzione", in modo da non escludere altre categorie di commercianti e non gravare unicamente sulle loro spalle per i costi in eccedenza rispetto alla cifra fissata. "Venga applicato alle aziende del commercio lo stesso accordo che il governo ha stipulato con le farmacie e quindi assicurando la copertura dei costi sostenuti oltre i 50 centesimi. Si possa accedere agli stessi fornitori con le medesime condizioni per le prossime forniture così da poter mettere a disposizione dei clienti le mascherine chirurgiche al prezzo definito dall'ordinanza del commissario straordinario per la gestione dell'emergenza Covid 19, altrimenti le aziende della distribuzione moderna non saranno in grado di fornire questo prodotto ai clienti alle condizioni richieste", aveva denunciato l'associazione.

Ed oggi, come temuto e preannunciato, è arrivato il primo strappo, con Crai che si tira fuori dalla lista dei distributori disponibili alla vendita di mascherine. "Alla luce dell'ordinanza con la quale il commissario straordinario per l'emergenza covid ha imposto la vendita al consumo delle mascherine ad un prezzo non superiore a 0.50 centesimi, Crai si vede"Mascherine a 50 cent? Prezzo, troppo basso: non le vendiamo neppure" costretto a ritirare dalla vendita, dai negozi del Gruppo, le mascherine chirurgiche", si legge nel comunicato come riportato da AdnKronos. "Ci rendiamo conto che ciò può generare disservizio verso i clienti e ne siamo particolarmente spiacenti ma, nonostante tutto l'impegno e la disponibilità dimostrati dai negozi del Gruppo, particolarmente in questo periodo, verso tutti i consumatori che li frequentano, siamo nell'impossibilità di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto.

Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione in modo da consentirci di riprendere la vendita delle mascherine in questione", conclude.

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