Cronache

Chiesa perseguitata, Bagnasco: si rischia replica del genocidio armeno

Crescono le minacce contro i credenti. La denuncia del cardinale: "Spegnere i riflettori è una forma di connivenza"

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei

Le persecuzioni nei confronti di chi crede sono una minaccia che non accenna a diventare meno seria. A ricordarlo è il cardinale Angelo Bagnasco, che citando i dati relativi al 2014, che parlano di dodici mesi in cui i cristiani sono stati colpiti come mai prima, chiede che non si resti in silenzio di fronte a quanto sta accadendo.

"Spegnere i riflettori, lasciando che la carneficina continui - ha dichiarato - sarebbe diventare conniventi, colpevoli di fronte al tribunale di Dio e della storia. Sarebbe l'ennesima prova della cattiva coscienza dei potenti".

Le parole di Bagnasco sono chiarissime. "Molti cristiani temono che le loro chiese si trasformeranno in musei piuttosto he in luoghi di culto" e le crescenti persecuzioni replicano l'efferatezza del genocidio armeno.

La parola d'ordine, spiega il cardinale, dovrebbe essere "isolare". Prima di tutto "isolare il fanatismo omicida dell’Isis e similari sul piano dell’opinione pubblica mondiale con una reiterata condanna".

Poi " troncare ogni rapporto economico o geopolitico pubblico e, soprattutto, segreto".

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