Roma - Le minacce del terrorismo appaiono più vicine dopo l'attentato a Tunisi e si riaprono le polemiche sulla sicurezza in Italia. Ad alzare la voce è soprattutto la Lega e su Facebook il segretario Matteo Salvini attacca: «Renzi e Alfano continuano a far arrivare migliaia di clandestini. Governo, sveglia!!! Bloccare subito partenze e arrivi, i confini vanno difesi cazzo!». Toti di Fi scrive su Twitter : «Serve una risposta netta e rapida contro il terrorismo. Muoviamoci». Vitelli (Sc), del Copasir, chiede «il potenziamento dei servizi di prevenzione, ma anche interventi sul piano culturale». Il ministro degli Esteri Gentiloni risponde con uno slogan: «Fermezza e vigilanza contro il terrorismo». Intanto Alfano convocato nel pomeriggio i vertici dell'antiterrorismo.
Mentre nel museo del Bardo i fanatici fanno strage, per una strana coincidenza il Csm riceve una delegazione di magistrati tunisini per discutere di riforme di giustizia. E il plenum subito dopo esamina il decreto legge antiterrorismo del 18 febbraio, approvando all'unanimità un parere da inviare al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Sono 19 pagine in cui si raccomandano a governo e parlamento importanti modifiche in sede di conversione del provvedimento. Modifiche necessarie, dice il testo, soprattutto per evitare che l'attribuzione alla Procura nazionale antimafia del coordinamento delle indagini sul terrorismo «si riduca a mero simulacro, una etichetta di fatto priva di effettivi poteri».
La valutazione di Palazzo de' Marescialli è nel complesso positiva ma, oltre a criticare l'uso del decreto-legge, tocca un aspetto molto delicato: quello dei rapporti tra Direzione nazionale antimafia e servizi informativi di sicurezza, quelli che dipendono da palazzo Chigi per intenderci. Ecco, per il Csm, il coordinamento investigativo con gli 007 è necessario per un efficace contrasto del pericolo terroristico. Già in passato, «una precisa opzione politica» ha voluto mantenere «il nitido confine» tra informazioni dei Servizi e attività dei pm, per rispettare «l'autonomia e l'indipendenza della giurisdizione penale dall'esecutivo». E il decreto del governo Renzi «conferma la scelta legislativa di separazione».
Per il Csm è un errore che va corretto, perché serve «un momento di contatto e di informazione, almeno in termini di scenari di riferimento, fra il sistema dell'intelligence e quello delle indagini», per «evitare duplicazioni, sovrapposizioni e contrasti fra le attività di prevenzione e quelle di repressione giudiziaria». Insomma, che si proceda su linee parallele, ognuno per conto suo. Il documento presentato dai presidenti della VIa e VIIa commissione, Piergiorgio Morosini e Antonello Ardituro, sottolinea che il procuratore nazionale deve poter utilizzare i servizi centrali di polizia e che per il collegamento con le procure distrettuali antiterrorismo serve una banca dati nazionale.
Inoltre, la Dna dovrebbe avere un coordinamento investigativo con Eurojust per avere informazioni oltreconfine. Mentre la procura di Roma apre un'indagine sui fatti di Tunisi, dunque, il Csm chiede più poteri per la Dna contro il terrorismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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