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"Il Cts si scioglie". Cosa può succedere adesso

Con l'avvicinarsi della fine dell'emergenza Covid, il Comitato tecnico-scientifico va verso lo scioglimento: "Non ci sarà più bisogno di noi tecnici straordinari"

"Il Cts si scioglie". Cosa può succedere adesso

Il Comitato tecnico-scientifico va verso lo scioglimento. Non si tratterà di un atto immediato, ma di un processo graduale che arriverà al compimento quando l'Italia sarà definitivamente uscita dall'emergenza Covid-19. Il Cts infatti è una struttura d'emergenza, nata con e per la pandemia, che con la fine dell'emergenza "è destinata a sciogliersi" anche perché "lo prevede la legge". A comunicarlo è Fabio Ciciliano, componente del Comitato, che ha spiegato come verso le fasi finali di ogni emergenza si passi al cosiddetto "hand over".

Il Cts si scioglie

Cosa significa? In sostanza le prerogative dell'organismo costituito per la gestione dell'emergenza "vengono ricondotte nell'alveo della gestione ordinaria", come ad esempio ai ministeri competenti. E a quel punto "non ci sarà più bisogno di noi tecnici straordinari". L'avvicinarsi dello scioglimento del Cts restituisce la fotografia di un quadro epidemiologico in Italia in miglioramento rispetto alle scorse settimane, quando il forte incremento dei contagi aveva fatto temere un'ulteriore stretta ai danni dei cittadini.

Ora la situazione sembra viaggiare sui binari giusti e sul calendario è cerchiata in rosso la data del 31 marzo: per quel giorno è stata fissata la fine dello stato di emergenza, e per molti potrebbe rappresentare davvero l'uscita dall'incubo Coronavirus. Mentre aumenta il pressing per far cessare lo stato di emergenza, il ministro Roberto Speranza frena e rimanda al mese prossimo tutte le dovute riflessioni sulla questione.

La nuova fase Covid

Si sta per aprire una nuova fase nell'ambito della lotta al Coronavirus. Green pass illimitato, quarantena ridotta a scuola e allentamenti: tutto ciò dà il segno di come il nostro Paese abbia imboccato la via corretta. Lo scioglimento del Comitato tecnico-scientifico sarebbe il sinonimo di una buona situazione epidemiologica in Italia, e allo stesso tempo vorrebbe dire una maggiore assunzione di responsabilità da parte della politica.

I governi in questi anni molte volte hanno atteso il parere degli esperti prima di varare provvedimenti, consultando gli scienziati per avere un giudizio sulle norme anti-Covid da intraprendere. Invece, in mancanza del Cts, l'esecutivo avrà più autonomia decisionale e ciò comporterà un maggiore coinvolgimento dei ministeri competenti.

A tracciare la rotta è stato il premier Mario Draghi, che nel Consiglio dei ministri di ieri ha fatto sapere che nelle prossime settimane "andremo avanti su questo percorso di

riapertura". A stretto giro infatti verrà annunciato "un calendario di superamento delle restrizioni vigenti", ovviamente sulla base dell'evidenza scientifica e dell'andamento della curva epidemiologica.

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