"Trattamento per 14 giorni...". La nuova cura da fare a casa

Con il nuovo protocollo stilato all'Istituto Mario Negri è possibile curare a casa i positivi covid e scongiurare l'intasamento delle corsie di ospedale

"Trattamento per 14 giorni...". La nuova cura da fare a casa

Secondo un nuovo protocollo dell'Istituto Mario Negri, è possibile prevenire le degenerazioni della sindrome infiammatoria del Covid, ovvero quella che, nella maggior parte dei casi, conduce all'ospedale.

Il protocollo e le novità

Come riporta il Corriere.it, sono diverse le novità apportate nel protocollo, stilato lo scorso novembre, dall'Istituto Mario Negri per il trattamento a domicilio dei pazienti Covid rispetto alle raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità. La direttiva più importante è: al sorgere dei primi sintomi si inizia la terapia, con o senza l'esito del tampone. Il non aspettare il risultato serve per prevenire la moltiplicazione del virus la cui diffusione nell'organismo si ha proprio nei primi 7-10 giorni. Niente più tachipirina che viene sostituita dall'Aspirina e qualora presenti dei dolori è possibile assumere l'Aulin. Di fatto, in questo nuovo approccio alla terapia domiciliare, sono sdoganati i farmaci antinfiammatori che vengono immediatamente utilizzati. Via libera anche al cortisone nei casi più seri che durante la prima ondata sembrava essere stato come proibito.

I dati

Il nuovo metodo è stato preso in considerazione e portato avanti, per la prima volta, da circa trenta medici di famiglia i quali hanno avuto la possibilità di sperimentarlo su una platea di 500 pazienti. Numero di casi che ha convinto a portare avanti uno studio in maniera più approfondita, che oggi è in fase di pubblicazione, Fredy Suter, primario per dodici anni al reparto di Malattie Infettive al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e altri specialisti e ricercatori. L'analisi di questa importante ricerca è coordinata dall'Istituto di ricerca diretto da Giuseppe Remuzzi.

Sono stati messi a confronto gli esiti clinici di 90 pazienti positivi al Covid curati con il nuovo protocollo sperimentale con quelli di altri 90 pazienti Covid trattati nella maniera utilizzata fino ad oggi. Importante sottolineare che i 180 positivi erano tra di loro simili per età.

Il nuovo metodo, per lo meno da ciò che traspare dai risultati, è efficace. Il tempo di guarigione dai sintomi più gravi (febbre e dolori muscolari) è molto simile con entrambe le terapie: dai 14 ai 18 giorni. Un importante miglioramento è possibile trovarlo nel persistere dei sintomi più leggeri (perdita di gusto e olfatto o affaticamento) dove, con la nuova terapia, persistono solo nel 23% dei pazienti contro il 73%. Il grande punto a favore però lo troviamo sul tema dei ricoveri: con il nuovo trattamento solo due pazienti su novanta sono andati in ospedale, ossia il 2,2%, che è un numero nettamente inferiore rispetto ai 13 su 90, il 14,4%. Benefici anche da un punto di vista di costi, infatti, per i trattamenti ordinari, subintensivi ed intensivi sono stati spesi 28mila euro contro i 296mila.

I medici di famiglia

Ruolo di fondamentale importanza in questa nuova terapia lo hanno i medici di famiglia. Appurato che ciò che conduce all'ospedale è la sindrome infiammatoria bisogna fare in modo di prevenirla. Questo equivarrebbe a ridurre i ricoveri in maniera tale da non riempire i posti letto e scongiurare chiusure e allarmi.

Lo studio su richiesta dell'Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco, ha carattere retrospettivo, vale a dire che i dati sono stati raccolti non cominciando una nuova sperimentazione. Questo perché già precedentemente erano uscite delle linee guida del ministero che spiegavano come poter curare a casa i positivi e di conseguenza non sono ammessi studi comparativi.

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