Cronache

Cure utili per il polmone

Con la diagnosi precoce l'80% dei pazienti viene operato efficacemente

Una vera rivoluzione sta avvenendo anche nella cura del tumore al polmone. Le tecnologie applicate alla diagnosi, alla chirurgia, ai farmaci e alle conoscenze del profilo genetico di ogni malato, hanno modificato le prospettive terapeutiche di questa neoplasia ed aumentano i pazienti che convivono a lungo la patologia. Fino a ieri senza diagnosi precoce, più del 70% dei tumori polmonari veniva scoperto quando la malattia era già in fase avanzata, spesso inoperabile e con una percentuale di guarigione non superiore al 15%. Con gli strumenti di anticipazione della diagnosi oggi a disposizione, l'80% dei pazienti può essere operato con un intervento chirurgico conservativo e con una percentuale di sopravvivenza dell'85%. Ma anche quando la diagnosi non è tempestiva, le nuove frontiere della genetica hanno messo a disposizione farmaci fino a due volte più efficaci di quelli tradizionali.

Alcuni dati: il tumore del polmone è la neoplasia più diffusa in tutto il mondo, con 1.35 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno è la principale causa di morte per cancro, responsabile di 1.18 milioni di decessi all'anno. Ogni giorno nel mondo muoiono di tumore del polmone 3.000 persone, in Europa le nuove diagnosi sono 375mila l'anno, negli Stati Uniti 200mila, in Italia per il 2014 si stimano 38mila nuovi casi, che rappresentano l'11% di tutte le nuove diagnosi di cancro: il 30% riguardano la popolazione femminile. In Italia convivano con una diagnosi di carcinoma polmonare 75.365 persone, pari al 3,4% di tutti i pazienti con neoplasia. Un dato che merita una riflessione e che indica quanta strada dobbiamo ancora percorrere è quello della sopravvivenza a 5 anni. Nell'ultimo ventennio è aumentata,ma non di molto: è passata dal 10 al 14% negli uomini, dal 12 al 18% nelle donne.Lo scorso 26 novembre a Milano si è svolto primo «Lung Cancer Meeting», organizzato dallo Istituto Europeo di Oncologia (IEO) dove si sono discusse le nuove strategie di cura personalizzata.

«La divisione di chirurgia toracica dello IEO opera 1.000 casi l'anno, con una mortalità a 30 giorni dello 0,9%, si colloca in cima alle classifiche nazionali.L'approccio è multidisciplinare, i medici sono immunologi, anatomo patologi, esperti in medicina molecolare. Negli ultimi anni si sono acquisite importanti conoscenze sui meccanismi di crescita dei tumori polmonari. È stata fondamentale l'identificazione di alcuni oncogeni coinvolti nello sviluppo dei tumori polmonari non a piccole cellule, portatori di anomalie geniche che sono il bersaglio dei farmaci biologici, due volte più efficaci della tradizionale chemioterapia e con un profilo di tollerabilità molto superiore. La mutazione più importante finora identificata è quella del gene EGFR, relativa a circa il 14% dei malati con adenocarcinoma polmonare in fase metastatica, che possono essere trattati con un inibitore di questo gene. A breve, gli inibitori di EGFR, rimborsabili dal SSN in Italia, saranno tre: gefitinib, erlotinib, afatinib; ognuno con caratteristiche, studi clinici, peculiarità, costi e possibilità prescrittive differenti. «La chirurgia rappresenta un passaggio fondamentale e oggi le sue potenzialità sono accresciute grazie alle nuove tecnologie mininvasive. La chirurgia - precisa il professor Spaggiari, direttore della chirurgia toracica dello IEO - è in primo luogo relativa al momento della diagnosi.

Le tecnologie diagnostiche sempre più sofisticate offrono la possibilità di mettere a disposizione dell'oncologo e del patologo materiale biologico sufficiente ad effettuare le indagini istologiche e biomolecolari per definire il profilo genetico del tumore».

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