Coronavirus

Dai dentisti agli studi medici: ecco la fase 2 della sanità

Ospedali distinti, appuntamenti diradati, visite dei parenti limitate, telemedicina: ecco come ripartirà la sanità dal 4 maggio

Dai dentisti agli studi medici: ecco la fase 2 della sanità

Non solo Covid-19. I pazienti hanno bisogno di curare anche quelle patologie che in queste settimane sono state "messe da parte". Gli ospedali hanno tenuto aperte le sale operatorie per urgenze e patologie gravi, ma molti interventi sono stati rimandati così come migliaia di prestazioni in tutta Italia. E ora, con i numeri in miglioramento e il Paese che inizia a riaprire, si deve arrivare alla fase 2 del servizio sanitario.

Come riporta Repubblica, la ripartenza indicata anche dal ministero della Salute consiste nella separazione tra il percorso "sporco", cioè dedicato al Covid, e quello "pulito", lontano dall'infezione. Il punto principale sarà individuare i positivi al loro domicilio e indirizzarli alle strutture dedicate mentre gli altri presidi si occuperanno di tutto il resto.

Gli ospedali

Le regioni devono creare o mantenere ospedali Covid: è questo uno dei punti fondamentali per la fase 2 secondo il ministro Roberto Speranza. Ad oggi sono 90 gli ospedali attrezzati per curare il coronavirus nelle varie regioni. Altre strutture si occuperanno invece di tutto ciò che fino ad ora è rimasto indietro: visite, interventi, esami. I parenti non potranno entrare, salvo casi eccezionali, a visitare i ricoverati. Se lo faranno, dovranno indossare la mascherina e utilizzare gel igienizzanti.

I pronto soccorso

"Le strutture di emergenza urgenza continueranno ad applicare rigorosamente la separazione dei percorsi, si dovrà continuare col pretriage, per garantire in tutte le fasi del percorso del paziente la massima sicurezza, i pazienti che necessitano di prestazioni urgenti riceveranno come sempre la risposta più appropriata nella massima sicurezza", ha affermato Salvatore Manca, presidente nazionale di Simeu, società scientifica dell'emergenza. Anche nella fase 2 quindi ci saranno due percorsi: il primo per i sospetti casi di Covid, il secondo per tutti gli altri pazienti che dovranno arrivare da soli, senza accompagnatori, per non affollare le sale d'attesa.

Visite ed esami

Visite ed esami nel servizio pubblico si faranno a tutti gli orari, anche al pomeriggio e nel fine settimana. Molte regioni si stanno già organizzando in vista della ripresa delle attività. Si potrà inoltre fare uso della telemedicina per controllare i pazienti a distanza.

Interventi chirurgici

Per l'emergenza coronavirus, gli interventi sono stati ridotti a un terzo. "Quando riapriremo avremo un grosso arretrato, oltre ai pazienti nuovi. Dovremo probabilmente effettuare il 30% di operazioni in più. Il tutto con una categoria di anestesisti e rianimatori ancora non del tutto liberi dall'impegno contro il Covid", ha spiegato Paolo De Paolis, presidente della Società Italiana di Chirurgia e direttore della chirurgia d'urgenza alle Molinette di Torino. Si pensa al tampone prima dell'ingresso in sala operatoria, ma "sappiamo che sarà difficile ottenerlo e che anche i tamponi hanno una percentuale di errore, con alcuni falsi negativi". I medici dovranno avere dispositivi di protezione a prova di coronavirus. Niente parenti accanto ai pazienti. "Purtroppo, consentire le visite dei parenti vorrebbe dire correre un rischio in più. E in questa situazione non possiamo proprio permettercelo", ha continuato De Paolis.

Medici di famiglia

La telemedicina sta già cambiando gli studi dei medici di famiglia. Le visite in studio diventeranno un'eccezione e le ricette resteranno elettroniche. "Le visite in studio saranno precedute da una telefonata, in cui si valutano i sintomi e si fissa un appuntamento, in modo da evitare file in sala d'aspetto", ha spiegato Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale. Aumenteranno le visite a domicilio e, ad ogni modo, "tratteremo tutti come potenziali infetti".

Dentista

I dentisti sono stati identificati come una delle categorie più a rischio contagio. E per questo le visite subiranno dei cambiamenti. Il giorno prima della visita il dentista chiamerà il paziente per conoscere le sue condizioni di salute: se non ha sintomi, l'appuntamento è confermato. Per i pazienti, mascherine e distanza in sala d'aspetto, per i professionisti maschere filtranti e visiere. "Noi non possiamo restare a un metro dal paziente. Siamo a contatto con sangue e saliva. E alcune procedure creano aerosol. Per noi il rischio di infezione da coronavirus, come per Hiv, epatiti o altri microbi, è da prendere particolarmente sul serio", ha affermato Carlo Ghirlanda, presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani. "Già usiamo le cosiddette dighe di gomma, che lasciano esposto solo il dente su cui lavorare - ha continuato -. Quel che dovremo potenziare sarà la decontaminazione e l'aerazione degli ambienti dopo ogni visita, ma gli appuntamenti in futuro saranno diradati di molto".

E così la sanità si prepara alla fase 2.

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