Il dl Sicurezza ormai ha avuto il semaforo verde. Dopo l'approvazione al Senato, di fatto si attende il passaggio alla Camera. Con l'introduzione del nuovo provvedimento ci sono delle novità di rilievo. Sul fronte dei permessi di soggiorno di fatto viene cancellato quello per motivi umanitari che aveva una durata di due anni e consentiva l'accesso al lavoro al servizio sanitario nazionale, all’assistenza sociale e all’edilizia residenziale. Al posto di questo procedura entrano in campo tre nuovi permessi.
Uno per la "protezione speciale" che dura un anno, quello per le "calamità naturale nel Paese d'origine" che dura sei mesi, quello "per condizioni di salute gravi" che dura un anno. Novità anche sui centri di permanenza. La durata massima del trattenimento degli stranieri nei Centri di permanenza per il rimpatrio viene allungata (articolo 2) dagli attuali 90 a 180 giorni, periodo ritenuto necessario all’accertamento dell’identità e della nazionalità del migrante. Nuovi fondi per i rimpatri. L’articolo 6 assegna al Fondo rimpatri del Viminale le somme stanziate con la legge di bilancio per programmi di rimpatrio volontario assistito: 500 mila euro per il 2018, un milione e mezzo per il 2019, un milione e e mezzo per il 2020. Poi c'è una consistente stretta sulla concessione della protezione internazionale con il diniego in caso di condanna definitiva (articolo 7) anche per i reati di violenza sessuale, spaccio di droga, rapina ed estorsione. Tra i reati di "particolare allarme sociale" sono inclusi la mutilazione dei genitali femminili, la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni personali gravi, le lesioni gravi a pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, il furto aggravato dal porto di armi o narcotici.
Infine è prevista l’adozione, con decreto del ministero dell’Interno, di una lista dei Paesi di origine sicuri, al fine di accelerare la procedura di esame delle domande di protezione internazionale delle persone che provengono da uno di questi Paesi.
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