Cronaca locale

Il daspo ai rom va bene solo se a proporlo è la sinistra

Il sindaco di Milano imbarazza i suoi: "Ci stiamo ragionando"

Il daspo ai rom va bene solo se a proporlo è la sinistra

«Daspo ai rom che occupano abusivamente gli spazi cittadini». Questo abbiamo letto, di questo si parla a Milano da due giorni ed è il sindaco Beppe Sala che ha prospettato la misura. E a sinistra? Imbarazzo abissale. Al riparo dai microfoni ne parlano pure, magari prospettano future discussioni per venire a capo di una posizione. Ma pubblicamente nessuno dice niente. Ma cosa avrebbero fatto e cosa avrebbero detto a parti invertite? Come avrebbero commentato se fosse stato il ministro Matteo Salvini a firmare un intervento simile?

«Daspo ai rom che occupano». Sala ne ha parlato sabato in una delle sue «colazioni in periferia», fissata a Baggio, uno dei quartieri che più patiscono i problemi del degrado e dell'insicurezza, naturale «indotto» dell'abusivismo: nei parchi giochi, nel parcheggio dell'ospedale, nelle piste ciclabili occupate eppure accuratamente conteggiate dall'assessore quando si tratta di vantare i «record» della Milano sostenibile. Le occupazioni dilagano, i residenti non ne possono più, i consiglieri di zona protestano. E Dio solo sa quanta attenzione sia necessaria nel trattare la materia, quanta giusta cautela serva a riportare questi umori «traducendoli» in cronache che indichino i problemi nei comportamenti irregolari e non nelle etnie coinvolte. Eppure Sala, a cui non fa certo difetto l'abilità politico-mediatica, se n'è uscito così. E a qualcuno è venuto in mente che sei mesi fa in una bella intervista aveva sentenziato che gli immigrati africani sono «diversi». Allora tutto ok. E anche stavolta. A sinistra, solo «Possibile» di Pippo Civati ha fatto levare un'obiezione, parlando di un «daspo etnico-razziale». Che abbia ragione o no, almeno è stato coerente. Per il resto, silenzio totale. Silenzio da chi si stracciava le vesti quando Salvini aveva annunciato un «censimento sui rom». Scrittori, attori e poeti stavolta sono rimasti muti. E niente ha obiettato il Pd, che accusò Salvini di «evocare la pulizia etnica». Intendiamoci, il «capitano» leghista non sempre ha ragione, anzi, spesso esagera e talvolta ci marcia pure per mettersi tutti contro, che è ciò che più gli piace. Ma chi si scandalizza per Salvini, poi non può far finta di avere il cellulare scarico quando a marciarci è qualcuno del Pd. Il politicamente corretto già pecca di ipocrisia quando vuole imporre a tutti le sue formule.

Diventa insopportabilmente e smaccatamente ipocrita quando si straccia le vesti per i nemici e invece chiude un occhio, o addirittura entrambi, per gli amici o i compagni.

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