"Non c'è piena compatibilità delle lesioni con il suicidio". Il documento finale su David Rossi

La relazione della Commissione Parlamentare: "Una tempestiva azione di soccorso avrebbe potuto evitare la morte del precipitato"

Un primo piano di David Rossi, scomparso nel 2013
Un primo piano di David Rossi, scomparso nel 2013

"Non tutte le lesioni riscontrate sul corpo di David Rossi sono riconducibili alla precipitazione e all'impatto al suolo". Lo si legge nel documento finale approvato oggi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte dell'ex manager di Mps, morto dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio di Siena la sera del 6 marzo 2016. I periti hanno anche posto in evidenza che una tempestiva azione di soccorso avrebbe potuto evitare il decesso del 51enne. "In altri termini, può presumersi che David Rossi - qualora fosse stato tempestivamente soccorso durante i primi momenti di una agonia durata ben 20 minuti - sarebbe potuto rimanere in vita", si evince da uno stralcio della relazione rilanciata dall'agenzia stampa Adnkronos.

Le lesioni

L'ipotesi che David Rossi possa essere stato narcotizzato prima di precipitare nel vuoto è stata smentita "in maniera scientificamente solida" dalla perizia medico legale grazie "agli esami tac che ci dimostrano che le lesività sono tipiche di una persona cosciente che impatta al suolo e che mette a protezione dell'impatto le gambe tese". Tuttavia, i medici incaricati dalla Commissione parlamentare hanno rilevato però che "non tutte le lesioni riscontrate sul corpo di David Rossi sono riconducibili alla precipitazione e all'impatto al suolo". "In particolare - ricorda la Commissione - ciò vale per l'ecchimosi sottostante la superficie volare del braccio destro e per il complesso ecchimotico situato sulla faccia volare dell'avambraccio di destra". Sulla scorta delle affermazioni peritali, la Commissione ritiene dunque che "non possa condividersi il giudizio espresso dal medico - legale professor Gabbrielli in occasione della prima indagine del 2013, - si legge nella relazione - in cui il cattedratico sostiene che la compatibilità delle lesioni refertate con un gesto suicidario possa definirsi come 'piena'".

Le ferite al volto

Delle nove ferite che non sarebbero compatibili con il "meccanismo di precipitazione", gli esperti della Commissione si soffermano, in particolare, su quelle al volto. "Non sono emersi elementi di natura medico-legale per poter ricondurre in modo certo l'origine delle lesioni al volto alla fase preparatoria della precipitazione, come invece prospettato dal tenente colonnello Zavattaro, consulente del pubblico ministero di Siena nella seconda indagine del 2016, secondo il quale tali lesioni possono essere state originate dallo sfregamento del viso di David Rossi contro il nottolino superiore della finestra da dove egli è precipitato - si evince ancora nella relazione - A dire il vero, posto che non vi sono neanche elementi per escludere che ciò sia realmente avvenuto, deve rappresentarsi la difficoltà di immaginare che (in mancanza dell'azione violenta di terzi, che spingano da tergo il capo di un'altra persona contro il serramento dell'infisso) un soggetto si possa involontariamente procurare una simile lesione nel mentre scavalca la sbarra di protezione ed appena prima di calarsi verso di essa, con cautela, nell'intento di utilizzarla come sostegno cui aggrapparsi con le braccia, dall'esterno". E infine: "Tipologia ed entità di quanto refertato sul volto di Rossi inducono peraltro a dubitare che un soggetto intenzionato a lanciarsi nel vuoto, immediatamente dopo essersi procurato ferite ed ecchimosi al volto tanto significative nel mentre ancora non si è sporto fuori dalla finestra, nonostante il dolore sofferto, ne resti totalmente insensibile, proseguendo incurante nel suo proposito di realizzare un'azione auto-soppressiva".

Le conclusioni

"La Commissione parlamentare - si legge nelle conclusioni del documento di oltre 130 pagine -, acclarate le cause della morte di David Rossi", ritiene "emersi i presupposti affinché si prosegua nella doverosa ricerca della verità, tanto in relazione al tragico evento costituito dalla morte di David Rossi, quanto in relazione alle vicende a essa connesse e collegate, che pure sono emerse".

"I risultati ottenuti - conclude la relazione - sarebbero stati senz'altro più esaustivi se la legislatura non si fosse conclusa anticipatamente e la Commissione avesse potuto proseguire le proprie attività. Purtuttavia, i risultati conseguiti saranno eventualmente esaminati e vagliati per le determinazioni di competenza, dalla competente autorità giudiziaria".

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