Cronache

Degrado a Ventimiglia, studio legale vuol cambiare sede

L'esasperazione dello studio legale: "Così è impossibile lavorare, getto la spugna. Ho deciso di cambiare studio e non solo"

Degrado a Ventimiglia, studio legale vuol cambiare sede

"Così è impossibile lavorare, getto la spugna. Ho deciso di cambiare studio e non solo. A malincuore, infatti, vorrei lasciare anche la città in cui sono nato e cresciuto, perchè non si può più vivere e lavorare in un degrado del genere, scavalcando persone sdraiate davanti al portone, sentendosi ingiuriare tutti i giorni e scortando i clienti che hanno paura di salire in ufficio". Così inizia lo sfogo dell'avvocato Silvano Briozzo, di Ventimiglia, che in pochissime parole condensa lo strazio e la rabbia di una città ormai allo stremo per la situazione che si è venuta a creare con l'emergenza migranti. Briozzo ha lo studio in piazza della Stazione (dove lavorano altri quattro avvocati) il centro nevralgico del passaggio di clandestini che arrivano in treno dalle più svariate parti d'Italia per poi smistarsi in città e spesso si radunano proprio lì, in attesa che qualcuno li avvicini, dia loro da mangiare od offra un passaggio clandestino verso la Francia. "E' la terza estate che vedo violentata la mia città. La piazza della Stazione e i vicoli sono diventati un bagno a cielo aperto, con persone che fanno i propri bisogni di giorno e di notte, dormono su un pezzo di cartone sul marciapiede e insultano chi osa disturbarli". Molti clienti, soprattutto donne e anziani, vengono scortati dagli avvocati in ufficio: "Hanno paura di salire - ancora Briozzo - non di rado sono stati loro stessi apostrofati, per aver osato domandare a qualcuno di loro di spostarsi. Questa città è in preda a un degrado impossibile da sopportare e non ce la facciamo più". Al sindaco Enrico Ioculano (Pd), Briozzo ha chiesto di realizzare un corridoio sul marciapiede per fare in modo che la gente possa entrare nel condominio. In queste ultime ore è tornato il caldo e il numero di clandestini in città sta crescendo a dismisura.

Il centro di accoglienza ne può contenere non più di 250 circa, nella chiesa di Sant'Antonio delle Gianchette ce ne sono già un centinaio e in giro saranno almeno quattrocento, ma il numero è destinato di nuovo a salire.

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