Delirium tax, la rabbia dei commercianti: "Costretti a pagare anche gli zerbini"

La folle imposta mette al muro gli esercenti, costretti a sborsare per la pubblicità esposta in vetrina. E si paga di tutto

Delirium tax, la rabbia dei commercianti: "Costretti a pagare anche gli zerbini"

Tassati anche gli zerbini. La Delirium tax non risparmia niente e nessuno. I commercianti si ritrovano sul groppone anche l'imposta sulla pubblicità esposta davanti al proprio esercizio o in vetrina.

Sulla lista nera, menù, cartoncini con su scritto i prezzi dei prodotti, le indicazioni orarie di apertura-chiusura e anche gli zerbini. Tutto vero. Cosa non si fa, sulle spalle dei contribuenti, per coprire i buchi di bilancio.

A Bologna arriva la stretta del sindaco dem Virgilio Merola che manda al manicomio ristoratori, artigiani e negozianti felsinei. In città, chi ha un esercizio, si è visto tassare di tutto, al limite dell'inverosimile. Ma già nel 2009, quando la Delirium tax fece la sua prima comparsa, ci si era trovati in questa situazione paradossale.

"E’ stata una cosa assurda, mi sono sentita violentata da quella situazione. In casa mia, nel mio negozio, mi hanno fatto pagare pure il tappetino d’ingresso. Merola? Che abbassi le aliquote o elimini le tasse ingiuste, noi commercianti non ce la facciamo più" si sfoga la proprietaria di un'erboristeria. La sua voce, raccolta da Il Resto del Carlino, è una delle tante che si sente tradita dall'amministrazione piddì. Nelle vie, tanta desolazione: "In periodi di crisi come questi l’amministrazione fa così: fa cassa con noi commercianti. Noi siamo esausti, Merola lo sappia.

Il Comune deve rientrare di 12 milioni di euro? Non lo faccia a spese nostre" protesta la titolare di una tavola calda, seguita a ruota da un collega esasperato: "Ma è possibile che si debbano pagare semplici locandine? Va bene l’insegna, ma un cartello che problema dà? Non è pubblicità". l tributo è un cappio alla gola di una categoria già abbondantemente ferita dalla crisi.

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