Cronache

"Nessun riscontro". Chiesta l'archiviazione per il caso Amara

La procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha chiesto l'archiviazione sul caso della cosiddetta Loggia Ungheria, sollevato dalle rivelazioni dell'avvocato Amara. "Emerse contraddizioni"

"Nessun riscontro". Chiesta l'archiviazione per il caso Amara

"Propalazioni non riscontrate" in parte o integralmente. Così, la procura di Perugia ha chiesto al gip l'archiviazione per il procedimento sulla cosiddetta Loggia Ungheria, un presunto gruppo segreto formato da politici, magistrati e personaggi pubblici. Il caso, nello specifico, era partito dai verbali dell'ex legale esterno di Eni, Piero Amara, il quale si era detto sicuro dell'attività della suddetta associazione. Secondo i magistrati guidati dal procuratore Raffale Cantone, tuttavia, non è risultata "adeguatamente riscontrata" l'esistenza della presunta loggia.

Stando a quanto denunciato da Amara, la Loggia Ungheria avrebbe agito in violazione della Legge Anselmi, norma che punisce le associazioni segrete impegnate a inteferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali. Nella richiesta di archiviazione si fa specifica menzione per ognuno degli episodi narrati da Amara, degli accertamenti fatti e degli eventuali riscontri. Anche e soprattutto in funzione di verificare sia l'attendibilità dell'avvocato sia se gli episodi raccontati potessero essere essi stessi "elementi sintomatici" dell'esistenza dell'associazione Ungheria. Ebbene, ala luce di quelle verifiche non sarebbero stati ravvisati elementi concreti per proseguire il caso giudiziario.

Alla valutazione di attendibilità di Amara, si legge nel comunicato della Procura di Perugia, è stato in particolare dedicato un intero paragrafo nel quale sono state esaminate "le tante aporie" e le "contraddizioni emerse". "Sull'esistenza dell'associazione non sono emersi elementi neanche indiretti che potessero attestarne l’esistenza al di fuori delle dichiarazioni di Amara e delle dichiarazioni di un altro indagato, socio di Amara, che però si è limitato a dichiarare il dato dell’esistenza dell’associazione senza fornire alcun elemento concreto di cui sua conoscenza diretta e si è poi avvalso da ultimo della facoltà di non rispondere, impedendo quindi di operare alcun accertamento mirato", ha inoltre spiegato il procuratore capo di Perugia.

Nella nota della procura viene anche ricostruita la vicenda dei verbali resi dall'avvocato, che in passato aveva patteggiato una condanna per corruzione in atti giudiziari, agli inquirenti milanesi. "In particolare già nel novembre 2020 era emersa la certezza che i verbali di interrogatorio di Amara fossero nella disponibilità di soggetti estranei al processo, tanto da essere trasmessi integralmente a un giornalista, e tale propalazione è proseguita anche nei primi mesi del 2021 con l’invio di una parte dei verbali di dichiarazioni ad altro giornalista e ad un consigliere Csm che ne aveva fatto anche pubblica menzione in un intervento al Plenum dell’organo di autogoverno", si legge.

Il caso dei verbali aveva scosso la procura di Milano e portato a processo il pm Paolo Storari (assolto in abbreviato) e l'ex di Mani Pulite Piercamillo Davigo, accusato di rivelazione del segreto.

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