Cronache

Lo dicono anche gli inquirenti: "Contro Daisy non fu razzismo"

La procura apre un'indagine contro ignoti per lesioni dopo l'aggressione alla Osakue. Ma esclude l'aggravante razziale

Lo dicono anche gli inquirenti: "Contro Daisy non fu razzismo"

Contro Daisy Osakue non c'è stato nessun atto di razzismo. Se l'aggressione subita dalla discobola della Nazionale spacca il Paese, la procura di Torino racconta un'altra verità.

I pm hanno infatti aperto un fascicolo verso ignoti per il lancio delle uova che nella notte tra domenica e lunedì hanno colpito e ferito a un occhio la 22enne atleta. Ma nell'indagine manca l'aggravante razziale.

Stamattina il pm titolare dell'inchiesta, Patrizia Caputo, si è confrontata a lungo con la procura generale e con i carabinieri, che continuano a cercare elementi che permettano di identificare gli autori del gesto. Allo stato attuale per i magistrati non sono emersi elementi tali che facciano pensare ad un'aggressione a sfondo razzista.

D'altronde non è la prima volta che quella che è già stata soprannominata "banda dell'uovo" colpisce: prima di domenica a Moncalieri (cittadina di quasi 60mila abitanti in provincia di Torino) sono stati registrati almeno altri due casi di aggressioni simili. Uno senza testimoni: le uova hanno colpito l'abitazione di un pensionato la notte tra il 14 e il 15 luglio. Dieci giorni dopo dalla stessa Fiat Doblò che ha aggredito la Osakue sono partite delle uova che hanno colpito tre donne che uscivano da un ristorante della zona. Una di loro, Brunella Gambino, ha raccontato una dinamica simile a quella descritta da Daisy.

Nonostante la giovane sportiva continui a ripetere di essersi sentita attaccata perché nera, il quadro che si configura, quindi, sarebbe quello di un gruppo di persone che agisce a caso.

Una sorta di - stupido - "divertimento" che non avrebbe alcun movente razziale.

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