Coronavirus

Il dilemma degli asintomatici: dai 4 tipi ai possibili contagi

I dubbi degli esperti sulla possibilità del contagio da parte di chi non presenta i sintomi del Covid-19, nonostante abbia contratto la malattia. Ecco le quattro categorie di soggetti asintomatici

Il dilemma degli asintomatici: dai 4 tipi ai possibili contagi

Sono stati infettati dal Sars-CoV-2, ma non hanno nessun sintomo. Si tratta dei soggetti asintomatici, negli ultimi giorni al centro dei dubbi degli esperti circa il loro ruolo nella diffusione della pandemia da nuovo coronavirus. Stimarne il numero è molto difficile e capire in che misura possano infettare altre persone lascia spazio a incertezze.

Quattro tipi di asintomatici

I soggetti che non presentano i sintomi specifici del Covid-19 possono essere divisi in quattro categorie, secondo quanto spiega al Corriere della Sera Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid della Regione Liguria. La prima categoria è formata dalle "persone positive che non hanno assolutamente nulla" e vengono chiamati "asintomatici puri, probabilmente poco contagiosi perché hanno una bassa carica virale". Poi ci sono i "soggetti in fase di incubazione, che svilupperanno i disturbi nel giro di pochi giorni", i sintomatici "lievi", che non hanno né febbre, né difficoltà respiratorie o tosse, "ma magari con una leggera congiuntivite". Infine ci sono "coloro che hanno avuto la malattia e risultano positivi, ma sono clinicamente guariti".

Sul ruolo degli asintomatici non ci sono ancora certezze e gli studi in materia sono ancora incompleti e necessitano di ulteriori precisazioni, per stabilire in che misura questi soggetti possano contagiare le altre persone.

Il dilemma del contagio

Il dibattito sul possibile contagio dai soggetti asintomatici è stato scatenato da Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che aveva dichiarato: "Dai dati che abbiamo, sembra ancora raro che una persona asintomatica in realtà contagi un altro individuo". Sul tema, gli esperti non hanno ancora certezze, ma la possibilità di trasmissione della malattia dagli asintomatici potrebbe dipendere dalla quantità della carica virale: "È importante distinguere, tra i positivi, i soggetti con carica virale alta (che vanno isolati) e quelli con poche copie del virus, che probabilmente non trasmettono l’infezione — ha aggiunto Bassetti —Con il ritorno della stagione fredda, e nell’eventualità di un nuovo picco di contagi, che comunque non sarà paragonabile a quello di marzo-aprile, è fondamentale concentrarsi sul ruolo degli asintomatici". Secondo Bassetti, tra le quattro tipologie "quelle più a rischio di contagio sono la seconda e la terza: i pre-sintomatici e i sintomatici lievi. Ma il referto del tampone sarebbe uguale in tutti e quattro i soggetti: positivo".

Possibile il contagio da parte degli asintomatici anche secondo Roberto Cauda, docente di Malattie infettive all'Università Cattolica del Sacro Cuore, che ad AdnKronos Salute ha rivelato: "Mediamente il 40-45% degli infettati è asintomatico e abbiamo visto che questi soggetti, difficili da individuare, hanno favorito la diffusione del virus e sono un po' il tallone d'Achille delle misure preventive di sanità pubblica". Dello stesso parere anche Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'Università di Padova, secondo cui "gli asintomatici trasmettono il nuovo coronavirus, è questa la realtà".

Più dubbioso, invece, il virologo Fabrizio Pregliasco, che ricorda come ci sia ancora bisogno di "dimostrare compiutamente" la possibilità del contagio dagli asintomatici. "Covid-19 è causato da un nuovo virus e stiamo ancora imparando a conoscere questa malattia- ha precisato anche il portavoce dell'Oms Tarik Jašarević - Abbiamo bisogno di più dati per comprendere meglio come avviene la trasmissione. Le prove attuali suggeriscono che la maggior parte dei contagi avviene da persone sintomatiche ad altre, con cui sono state a stretto contatto. Non è ancora noto quanti di questi contagi siano provocati da persone senza sintomi". Secondo quanto riferisce Jašarević ad AdnKronos Salute, "le prove disponibili sul tracciamento dei contatti riportate dagli Stati membri suggeriscono che gli individui con infezione asintomatica hanno molte meno probabilità di trasmettere il virus rispetto a quelli che sviluppano sintomi".

Gli studi sui soggetti asintomatici sono ancora in corso e non è possibile, al momento, sapere quale sia il loro ruolo nella trasmissione della malattia da nuovo coronavirua. "Ognuno di noi però può fare molto per proteggersi- ha precisato Matteo Bassetti- distanza interpersonale, lavaggio delle mani e mascherina nei luoghi chiusi.

Inoltre tutti dovremmo ricevere il vaccino antinfluenzale, per evitare l’inevitabile confusione diagnostica con Covid".

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