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La direzione giusta al bivio della Storia

C'è un momento nella storia in cui ti giochi tutto e se non lo capisci sei fuori. È l'ultima occasione e se la sbagli, la perdi, non ti resta che abbassare la testa e pagare i debiti fino alla settima generazione

La direzione giusta al bivio della Storia

C'è un momento nella storia in cui ti giochi tutto e se non lo capisci sei fuori. È l'ultima occasione e se la sbagli, la perdi, non ti resta che abbassare la testa e pagare i debiti fino alla settima generazione. Ecco, l'Italia a quanto pare sta messa proprio così. Siamo, secondo Draghi e non solo per lui, al match point; per l'avversario. Attenzione. Non si sta in campo per vincere, ma per restare in partita. Il vantaggio, ma non è detto che poi lo sia davvero, è che il servizio sta a noi. Non ci sono alibi. Non possiamo dire che è colpa dell'Europa, del rimbalzo, dei colpi di vento, di chi specula e di chi ci vuole male. È proprio tutto sulle nostre spalle.

Draghi non si è nascosto. Il primo responsabile è lui. Ci sono 248 miliardi da spendere bene. Tre grandi obiettivi da raggiungere. Riparare i danni della pandemia. Le riforme strutturali di cui si parla da sempre: fisco, giustizia, welfare e burocrazia. Ripensare il capitalismo italiano: più solido e più verde. L'ultimo punto è quello più indefinito. A chi destinare una fetta importante delle risorse? Giovani, donne e Mezzogiorno. Sono scelte e, come tutte le scelte, hanno costi e rischi. Non manca in questa storia una quota rilevante di azzardo. Se ne parlerà per anni. È il senso di come si giocherà lo scambio finale. Adesso però c'è da chiarire cosa c'è in ballo. Lo dice Draghi: «Il futuro». Non è solo questione di numeri. La posta in palio non si ferma ai soldi, agli alti e bassi dell'economia, agli indici statistici messi in colonna dall'Istat. La sconfitta non si paga con una delle tante recessioni di questi decenni. La ferita questa volta sarebbe molto più profonda. «Nel conto metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre, ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno e soprattutto il destino del Paese». Il Sud sarà decisivo. È l'ultimo atto della questione meridionale. Non ci saranno altre possibilità. Draghi è riuscito a convincere gli altri Paesi europei a darci fiducia, a lasciare sul piatto i soldi del Recovery. «Garantisco io». Ora tutto questo non è così scontato. L'Europa è scettica su un popolo, ma scommette su un uomo. È un'anomalia, con un ingrediente di irrazionalità. Meno male. Sta a Draghi ora convincere gli italiani e non è affatto facile.

Qui la politica, i partiti, il governo, il Parlamento, le regioni e tutti quelli da cui dipende il destino del match point dovranno dimostrare di essere una classe dirigente illuminata. I soldi ci sono, tutto dipende da come verranno spesi. Non si accettano scommesse.

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