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Il sessismo alla Partita del cuore? Una costruzione social

Le versioni dei protagonisti del caos della Partita del cuore tra Pecchini e The Jackal sono diverse ma c'è un aspetto che inquieta: il ruolo dei social

Il sessismo alla Partita del cuore? Una costruzione social

Al giorno d'oggi una qualunque persona, meglio se con un minimo di riscontro in termini di follower, può sfogarsi sui social e denunciare di essere stata "vittima" di un episodio contrario al politicamente corretto per scatenare l'ira contro presunto "colpevole". E non servono prove. Si crea un clima da "branco", che mastica e sputa il presunto reponsabile.

È quanto accaduto con la Partita del cuore: due dei The Jackal hanno raccontato la loro versione su Instagram sull'onda dell'emotività ed è scoppiato il finimondo. La versione dell'accusato, ossia Gianluca Pecchini, è completamente diversa rispetto a quella dei suoi accusatori ma nessuno ormai interessa. Per il tribunale virtuale, Aurora Leone è la vittima, Ciro Prillo il sodale solidale e Gianluca Pecchini il misogino. I ruoli sono stati già assegnati con un sommario processo social che ha già scritto la sua condanna incontrovertibile.

Ma vediamo i fatti: Aurora Leone e Ciro Prillo dovevano partecipare alla Partita del cuore nella squadra dei Campioni per la ricerca. Non erano parte della Nazionale cantanti (che organizza l'evento). Questo è un dettaglio fondamentale da tenere a mente. Il giorno dello "scandalo" al ristorante avrebbe dovuto cenare solo la Nazionale cantanti, perché l'altra squadra sarebbe arrivata il giorno successivo. Aurora e Ciro, invece, sarebbero arrivati con un giorno di anticipo. Da qui iniziano le due versioni divergenti.

Quella di Aurora Leone e Ciro Priello affidata a un video subito dopo la cena: "Io e Ciro ci siamo seduti al tavolo con la Nazionale cantanti, e una volta seduti lì l’organizzatore Pecchini è venuto e ci ha detto che non potevamo stare seduti lì. O meglio, ha detto che io non potevo stare seduta lì. Abbiamo pensato che ce lo stesse dicendo perché siamo della squadra avversaria. Quando facciamo per alzarci l’organizzatore Pecchini dice: ‘No, no, tu puoi restare. È solo lei che non può rimanere al tavolo dei giocatori'. Mi dice: 'Sei una donna, non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole'".

E il putiferio social è servito.

Dopo alcuni giorni di silenzio, Gianluca Pecchini ha rilasciato un'intervista a Selvaggia Lucarelli per Tpi: "Vedo due persone che non conosco perché non le avevo invitate io: Ciro e Aurora. Di questo mi assumo la colpa: non sapevo chi fossero, forse da lì è scattato il reato di lesa maestà. Ho detto: ‘Questo è il tavolo della Nazionale Cantanti, vi potete mettere a un altro tavolo?’. Un tavolo che era a un metro eh, non chissà dove. [...] Ci sono delle piccole regole, dei riti, non so come li vogliamo chiamare. Da sempre la sera prima della partita la squadra è al tavolo insieme, prepara la partita con l’allenatore. [...] Io sono uno ruvido a volte, ma non so manco cosa vuol dire essere sessista. Potete decidere che sia un’usanza medievale quella dei calciatori tutti seduti a un tavolo, ma se io se vengo a casa tua mi siedo dove mi dici tu o dove decido io?".

(Va detto che Gianluca Pecchini, in quanto organizzatore dell'evento, ha scelto una terna arbitrale tutta al femminile e che lo scorso anno il capitano della Nazionale cantanti era Alessandra Amoroso).

La diatriba tra Pecchini e The Jackal si risolverà in tribunale per dar seguito a una querela dell'ex (forse) dirigente della Nazionale cantanti nei confronti di Aurora Leone. Era davvero necessario arrivare a questo? L'attrice non poteva alzare il telefono e fare una chiamata a Pecchini o a chi l'aveva invitata alla manifestazione per chiarire? Sarebbe stato tutto più semplice. Certo, meno rumoroso e meno clamoroso.

E forse il "rumore social" era l'obiettivo del primo video condiviso per denunciare il presunto sessismo. Purtroppo, e molti episodi ne sono una dimostrazione, tutto ormai diventa argomento social, soprattutto quando si ha la certezza di riscuoterne i favori. E pazienza se si mette alla gogna un soggetto senza nemmeno aver ascoltato la sua versione, rovinandone spesso reputazione e carriera.

Gianluca Pecchini, in una delle interviste rilasciate nelle ultime ore, ha sollevato anche un dubbio: "Ieri sera (domenica, ndr) loro hanno presentato un libro dal titolo 'Non sono bravo a giocare a calcio' a 'I Soliti Ignoti', spero sia una casualità". Tempismo decisamente perfetto.

Per molti i social hanno preso il sopravvento sulla realtà, sono diventati il tribunale unico di colpevolezza. È qui che si celebra l'inquisizione del politicamente corretto e che si decide, senza possibilità di appello, chi è la vittima e chi il carnefice.

Anche perché, purtroppo, le smentite e le voci dei "dissidenti" non hanno mai la stessa eco.

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