Divorzio facile, quali sono le insidie?

Costi, tempistiche e passaggi necessari. Che cosa cambierà con il dl 132

Divorzio facile, quali sono le insidie?

Niente ricorso in tribunale, ma restano i tre anni di separazione necessari prima di chiedere il divorzio. Il nuovo decreto legge 132/2014 apre due nuove vie per semplificare le procedure, coinvolgendo un avvocato o limitandosi a comparire davanti al sindaco. Entrambe presentano però qualche limitazione. A fare il punto ci pensa Il Sole 24 Ore.

Divorzio dall'avvocato

L'85% delle coppie in crisi, secondo dati dell'Istat, si affidano alla separazione consensuale. Le ragioni sono diverse: è un sistema più rapido, più economico e moglie e marito possono farsi assistere dallo stesso avvocato.

Il nuovo dl non da questa possibilità a chi sceglie per il divorzio in uno studio legale. La mancanza di un giudice che supervisioni l'accordo impone la presenza di due avvocati.

Non solo: se la coppia è senza figlia uno dei due legali coinvolti dovrà inviare al pm l'accordo per ottenere il nullaosta. Il problema, spiega la guida del Sole, è che il decreto legge non prevede un termine entro cui il pubblico ministero debba dare una risposta. Se i figli ci sono, è previsto anche un possibile passaggio in tribunale.

Divorzio davanti al sindaco

A trenta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto, diventerà possibile anche divorziare con un accordo davanti al sindaco. Una procedura che potrà essere tentata solamente da coppie che sono d'accordo sulla separazione e che non hanno figli a carico.

Se l'accordo non prevede trasferimenti patrimoniali, è positivo però che non abbia praticamente costi, se non per un "diritto fisso" che non potrà essere più alto dei 16 euro richiesti per le pubblicazioni di matrimonio. I costi naturalmente saliranno se i coniugi sceglieranno di coinvolgere un avvocato, presenza non richiesta per la messa a punto dell'accordo.

538em;">L'accordo davanti a un sindaco richiederà almeno trenta giorni di tempo. Il parlamento ha previsto una pausa tra la stesura e l'entrata in vigore, perché i coniugi possono valutare con certezza se dare corso al divorzio.

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