Cronache

Una domenica a palazzo

Milano ha un tesoro nascosto. I suoi cortili. Nei palazzi del quadrilatero d’oro dello shopping internazionale si celano splendidi giardini e chiostri interni. Si possono cogliere, o almeno intuire, sbirciando negli androni dei palazzi di Via Dante o Corso Monforte. Questi angoli segreti, di solito sono inaccessibili, si svelano durante la Design Week. Ve ne segnaliamo cinque. Da non perdere

Una domenica a palazzo

Milano ha un tesoro nascosto. I suoi cortili. Nel quadrilatero d’oro dello shopping internazionale si celano splendidi giardini e chiostri interni. Si possono cogliere, o almeno intuire, sbirciando negli androni dei palazzi di Via Dante o Corso Monforte. Questi angoli segreti, di solito sono inaccessibili, si svelano durante la Design Week. Ve ne segnaliamo cinque. Da non perdere.

1. Palazzo Francesco Turati

Nel cuore della città, a due passi dal Duomo, apre per la prima volta al pubblico. Un edificio in stile neo rinascimentale di stupefacente bellezza, riportato, grazie ad un sapiente restauro, al suo stato originale. Costruito tra il 1873 e il 1876 per il conte Francesco Turati, cotoniere lombardo. La dimora oggi è sede dalla Camera di Commercio. Nelle stanze storiche, finemente restaurate, pavimenti in legno intarsiato, marmi e decorazioni in oro alle pareti, tappezzerie in velluto e seta, straordinari pannelli in legno scolpiti a mano. Questi ambienti ospitano “Masterly. The Dutch in Milano”, la mostra sul design olandese, storico e contemporaneo. Nel cortile un’area lounge, ideale per chiacchierare, fare incontri o semplicemente godere di una pausa di relax. Tra 15mila coloratissimi tulipani (fino al 17 aprile dalle 11.00 alle 20.00 in Via Meravigli 7).

2. Palazzo Litta

Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, Palazzo Litta riapre al pubblico. Situato nel Quartiere 5VIE, è uno tra i più affascinanti esempi di barocco lombardo della città. In questi giorni ospita MoscaPartners e DAMN che tornano a occuparlo durante il Fuorisalone, con alcuni dei protagonisti del design internazionale. Il chiostro dell’edificio, cuore della manifestazione, è stato interpretato dall’architetto Diébédo Francis Kéré. Nato in Burkina Faso, oggi lavora a Berlino. Kéré ha trasformato il cortile in un villaggio neo-africano: il “Courtyard Village”, luogo d’incontro e convivialità in chiave contemporanea. Da non perdere, al piano nobile, la “sala degli specchi”, dove Napoleone ha festeggiato la conquista di Milano, ospitando una sfarzosa festa danzante (fino al 17 aprile dalle 11.00 alle 21.00 in Corso Magenta 54).

3. Palazzo Clerici

Quella che fu la dimora della famiglia patrizia milanese dei Clerici, oggi è la sede dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, l’ISPI. Costruita nei primi decenni del Settecento, il Marchese Anton Giorgio Clerici ne fece una delle dimore più sfarzose della Milano dell'epoca. Nella Design Week la corte dello storico palazzo ospita 'Anything Butts'. Si tratta di un padiglione modulare realizzato in materiale organico e riciclato, con un sistema integrato di luce, suono e purificazione dell'aria. All'interno della struttura sono in mostra veri e propri oggetti di design sostenibile: sedie, tavoli e poltrone realizzati con le cartucce delle sigarette. Da non perdere: la celebre Galleria degli Arazzi affrescata sulla volta dal Tiepolo nel 1741 (fino al 17 aprile in Via Clerici 5).

4. Casa P.P.P.

Nel cuore di Milano, nascosta tra i palazzi di Corso Magenta, al civico 65, si trova l’abitazione di Piero Portaluppi. È qui che l’architetto liberava la sua fantasia decorativa e coltivava la passione per gli orologi solari: imperdibile il cavedio trasformato in meridiana. Dal 1993 ci abita il nipote Pietro, che conserva l’appartamento senza stravolgerlo, con naturalezza. Un’occasione unica per scoprire una delle dimore private più eleganti di Milano. Eccezionalmente aperta al pubblico (fino al 17 aprile dalle 9.00 alle 18.00 in C.so Magenta 65).

5. Palazzo Serbelloni

Al Piano Napoleonico dello storico palazzo neoclassico viene presentato il restauro dei preziosi lampadari in cristallo di Boemia. Leon Jakimic, fondatore del marchio Lasvit, affascinato dalla bellezza degli chandelier settecenteschi dell’elegante edificio di Corso Venezia, ha deciso di ripotarli all’antico splendore. In questa splendida cornice il passato incontra il futuro: la mostra “Via Lucis”, conduce i visitatori in un percorso tra progetti unici e contemporanei esaltati dall’esperienza e abilità dei mastri vetrai. Grandi nomi del design contemporaneo quali Moritz Waldemayer, Andre Fu e Maurizio Galante, reinterpretano il gusto neoclassico dei lampadari in chiave contemporanea (fino al 17 aprile dalle 11.00 alle 20.

00 in Corso Venezia 16).

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