Stanno facendo discutere in queste ultime ore le immagini di una scritta contro l'operato dell'ex presidente della Banca centrale europea ed attuale presidente del consiglio della Repubblica italiana Mario Draghi. Ciò che sta alimentando le polemiche, tuttavia, non è tanto il contenuto del messaggio in sè, quanto il fatto che a fotografare il "murale" ed a celebrarne il senso critico ed offensivo sia il presidente del comitato tecnico scientifico per le Belle arti del ministero della Cultura, pertanto concretamente un dipendente dello Stato. Poco equivocabili le parole lasciate dall'anonimo "writer": "Draghi ha già rotto il ca**o".
Come denunciato polemicamente da Dagospia, è Tomaso Montanari l'autore dello scatto incriminato, nonché colui che si è occupato di diffonderlo e farlo girare sul web attraverso la propria pagina personale di Instagram. Montanari, che come ricorda il portale, è anche docente universitario, presidente del museo di Doccia, membro del comitato tecnico scientifico di uno dei musei più importanti e visitati dell'intero territorio nazionale italiano, vale a dire gli Uffizi.
Di certo il neo eletto ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini avrà qualche gatta da pelare in più oltre a dover gestire il terremoto scatenatosi all'interno del suo partito a seguito delle dimissioni dal ruolo di segretario di Nicola Zingaretti. Montanari, tra l'altro, non si è limitato a postare le immagini della scritta anti Draghi sul muro, ma ha inserito a margine di esse un commento personale che non mancherà di creare ulteriori accese discussioni nel mondo della politica."Allora l’alluvione di servile melassa che trabocca da giornali e tv, le grida del mucchio selvaggio fasci inclusi, non hanno del tutto spento l’indomito pensiero critico degli italiani. Qualche speranza (con la minuscola) c’è", ha infatti commentato beffardamente il presidente del comitato tecnico scientifico per le Belle arti del ministero della Cultura.
Non è un mistero l'ostilità nei confronti dell'ex presidente della Bce da parte di Montanari, che aveva così commentato su "CambioIlMondo" la scelta di affidargli il destino del nostro Paese: "Il fasto del Palazzo del Quirinale ha eclissato le aule sorde e grigie del Parlamento esercitando, ancora una volta, la sua malìa autocratica.
Imponendo il nome di Draghi senza sottoporlo a consultazioni preventive (l’Eletto ne sarebbe uscito svilito), annunciando che un 'alto profilo' spazzava finalmente via i populisti trogloditi, teorizzando un governo 'che non debba identificarsi con alcuna formula politica', il Presidente ha inferto una mazzata micidiale al Parlamento: che vede divorato, sul colle più alto, un governo cui aveva appena rinnovato la fiducia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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