Il dramma degli immigrati naufragati al largo di Malta: "I libici ci hanno sparato"

Sono 211 i superstiti. Fermato a Malta un presunto scafista tunisino. I sopravvissuti: "Ai miliziani libici abbiamo pagato 3mila euro a testa"

I primi soccorsi agli immigrati naufragati al largo di lampedusa
I primi soccorsi agli immigrati naufragati al largo di lampedusa

Non sono stati ancora celebrati i funerali di Stato per i 359 eritrei annegati nel naufragio del 3 ottobre scorso, davanti alle coste di Lampedusa, che altri morti vengono portati sull'isola. Sono i 21 cadaveri arrivati a bordo delle motovedette della Guardia Costiera e della Finanza. Ma il bilancio dell'ennesima tragedia dell'immigrazione, che si è consumata a 60 miglia dalla maggiore delle Pelagie, potrebbe essere di gran lunga maggiore.

Questa sera la Marina militare ha salvato altri 14 extracomunitari. Sul gommone alla deriva era presente anche una donna al nono mese di gravidanza, trasportata in elicottero a Lampedusa. Superstiti che vanno ad aggiungersi ai 206 clandestini salvati ieri. I sopravvissuti, però, parlano di 400 persone in viaggio sul barcone naufragato nel Canale di Sicilia. Proprio per questo, il conto dei dispersi potrebbe essere ancora più drammatico. Le autorità maltesi starebbero trattenendo un cittadino tunisino che sospettano essere lo scafista. L'uomo sarebbe, infatti, stato identificato da molti dei 146 sopravvissuti trasferiti a Malta e che stanno testimoniando alle autorità. "I Libici ci hanno sparato addosso, uccidendo due di noi, quando ci hanno avvistati appena lasciate le coste libiche", hanno riferito alcuni clandestini alle autorità maltesi che hanno aperto un'inchiesta. Poi il naufragio: "Tanti non sapevano nuotare, bambini dispersi in mare... un neonato morto con il faccino rivolto al cielo come un angelo".

I primi di chi era a bordo sul barcone naufragato nel Canale di Sicilia rendono tutto il dramma di un'emergenza che la politica - e in particolar modo l'Europa - sembra non voler vedere. Un viaggio della morte costato 3mila dollari. Un viaggio di speranza, costato 3 mila dollari a testa, finito ancora una volta in tragedia.

"Abbiamo dovuto versare i soldi ai miliziani libici di Zuwara", raccontano i superstiti. Zuwara è la località libica da dove è salpata la carretta del mare, per quello che gli stessi sopravvissuti chiamano "il viaggio della morte".

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