Sono stati assolti 2 ragazzi pisani che, nel 2014, furono condannati per stupro ai danni di una coetanea verosimilmente narcotizzata con sostanze stupefacenti. La presunta violenza si sarebbe consumata, infatti, durante un festino casalingo in cui giravano droga e alcol. Ma ieri, riferisce il quotidiano La Nazione, i giudici del processo d'appello hanno scagionato gli imputati dalle pesanti accuse perché "le tracce di stupefacente rinvenute erano irrilevanti" e non avrebbero potuto sortire alcun effetto psicoattivo sulla vittima.
Il festino in villa
I fatti risalgono all'estate del 2014. Siamo a Pontedera, nella provincia Pisana. Una sera di luglio, Mattia Rizza ed Edoardo Nieri - entrambi ventenni, uno di Pontendera e l'altro di Pontesacco - organizzano un party in villa invitando, per l'occasione, anche due coetanee. Al festino non mancano gli alcolici: i drink a bordo piscina, a base di vodka e schewepps, si sprecano per tutta la notte.
Una delle due ragazze viene coinvolta in un rapporto sessuale promiscuo dopo aver consumato l'ultimo cocktail disponibile. Da quel momento, la situazione degenera. O, almeno, così pare poiché la presunta vittima non ricorda nulla per ore. Fino a quando, il giorno successivo, l'amica - che non aveva bevuto il drink - le racconta quanto accaduto la sera precedente. A quel punto, scatta la denuncia per stupro nei confronti dei due ragazzi. Ma il nocciolo della questione è un altro: la ragazza è stata drogata?
La "droga dello stupro"
Il processo di primo grado ruota attorno al Ghb, la cosiddetta "droga dello stupro", sovente utilizzata per narcotizzare le vittime di reati sessuali. L'attenzione degli investigatori si concentra sulle bottiglie vuote rinvenute nella villa all'indomani del party. Il Ghb, rilevato in tracce, è l'indizio chiave che porta all'arresto dei due ragazzi.
I giudici infliggono 8 anni a Mattia Rizza ed Edoardo Nieri scrivendo, nella pagine di motivazione della sentenza, che quella droga trova spiegazione "nella sua volontaria e consapevole introduzione da parte degli imputati". In sintesi, lo stupefacente avrebbe aumentato la libido e comportato la perdita di coscienza della ragazza coinvolta nella vicenda.
L'assoluzione degli imputati
Tutto cambia con la sentenza d'appello. Quel Ghb sul quale il consulente della difesa aveva puntato il dito in primo grado, sostenendo che non c'era prova fosse stato usato e le tracce trovate nella Schweppes erano così irrilevanti da poterle considerare uguali alla stessa sostanza rinvenibile nelle bottiglie in commercio, frutto di fermentazione.
Dunque, la nuova perizia va in questa direzione: "Nei lotti esaminati delle bevande Schweppes è presente il Ghb, in concentrazioni insufficienti per produrre un effetto psicoattivo". E i due ragazzi, oggi 27enne, vengono assolti "perché il fatto non sussiste", hanno sentenziato ieri i giudici della Corte d'Appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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