E Salvini sbaglia la sua prima mossa

E Salvini sbaglia la sua prima mossa

Tre milioni di elettori - tanti sono gli abitanti di Abruzzo e Sardegna - iniziano ad essere un test piuttosto attendibile. E, seppure nell'incertezza di numeri che sono ancora quelli effimeri degli exit poll e in attesa del dato reale che arriverà solo oggi a spoglio finito, qualche prima indicazione arriva.

Di certo, infatti, il voto sardo conferma il tracollo del M5s, con il rischio concreto che il tonfo sia ancora più rovinoso di quanto accaduto il 10 febbraio in Abruzzo. Alle politiche dello scorso 4 marzo, infatti, i Cinque stelle sull'isola toccarono il 42,5%, triplando Pd e Forza Italia e prendendo il quadruplo dei voti della Lega. Ieri sera, invece, gli exit poll erano impietosi non solo nel dare il candidato grillino Francesco Desogus al terzo posto (staccato di circa 20 punti dai primi due), ma pure nell'attribuire al M5s una forbice di voti tra il 14,5 e il 18,5%. Meno della metà delle politiche. La conferma, insomma, di un'impressionante e fulminea crisi di consensi.

Come in Abruzzo, poi, il voto in Sardegna conferma che il centrodestra unito rimane una proposta politica valida. Lo scorso 4 marzo, Forza Italia, Lega e FdI arrivarono al 31%, mentre ieri gli exit poll gli attribuivano una forbice tra il 42 e il 46%. Quasi il 50% di voti in più. Con gli equilibri interni alla coalizione ribaltati. La Lega, infatti, è quotata tra il 12 e il 16% (contro il 6-10% di Forza Italia). Un passo avanti rispetto al 10,8% delle politiche, certo. Anche se forse Salvini si aspettava qualcosa di più. Un dato comunque impressionante considerando che alle regionali sarde del 2014 la Lega non si presentò neanche.

Moltissimi dubbi, invece, sulla scelta del candidato. Christian Solinas, leader del Partito sardo d'azione e senatore del Carroccio, è stato fortemente voluto da Salvini. Ma, stando alle previsioni di voto, il suo gradimento personale è tra il 36,5 e il 40,5%, più basso di cinque punti rispetto ai voti delle liste che lo sostengono. Così fosse, sarebbe forse la prima mossa politica sbagliata da Salvini. Che, evidentemente, pensava di poter sopperire al candidato debole con la sua assidua presenza sull'isola durante l'ultima settimana di campagna elettorale e che, forse, paga anche le proteste degli allevatori sardi.

La partita, dunque, si giocherà al fotofinish tra Solinas e Massimo Zedda, candidato del centrosinistra.

Il sindaco uscente di Cagliari, infatti, è dato tra il 35 e il 39%, a un punto e mezzo dal candidato di centrodestra e ben oltre le liste di centrosinistra che lo sostengono (quotate tra il 28 e il 32%). Un testa a testa che, come accaduto in Abruzzo, ripropone un bipolarismo che le elezioni politiche sembravano aver archiviato.

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