Ebbrezza alla guida, rifiutare l'alcoltest evita la revoca della patente

Scegliere di sottrarsi al controllo potrebbe convenire a chi si è messo alla guida nonostante gli alcolici. Lo ha deciso la corte di Cassazione: rifiutarsi di fare la verifica ha infatti conseguenze meno gravi che ammettere di essere ubriachi

Ebbrezza alla guida, rifiutare l'alcoltest evita la revoca della patente

Scegliere di sottrarsi all'alcoltest, quando si ha esagerato con il bere, potrebbe costare meno di ammettere di essersi messi alla guida da ubriachi, visto che la Cassazione, a volte, interpreta il sistema sanzionatorio in modo favorevole a chi decide di rifiutarsi di effettuare l'esame. Perché, anche se le conseguenze di quel gesto ci sono, il danno sembra comunque ridotto.

Il paradosso

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, è il caso della sentenza 10038/2019, depositata il 7 marzo dalla Quarta sezione penale della Cassazione, che conferma la legittimità della revoca della patente prevista per chi viene trovato con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. L'illegittimità della norma, invece, era stata ipotizzata dalla difesa di un imputato, che aveva osservato una differenza di trattamento rispetto al caso del rifiuto di sottoporsi alla verifica. Il comma 7 dell'articolo 186 stabilisce, infatti, che in un caso come quello, la sanzione accessoria è "solo" la sospensione della patente da uno a due anni, mentre la revoca c'è solo per chi commette lo stesso reato un'altra volta nell'arco di un biennio. La Cassazione, in quel caso, si era limitata ad affermare che la pronuncia della Corte d'appello era corretta e l'aveva riportata. E non è la prima volta che la Quarta sezione rimarca la differenza tra positività al test e rifiuto di verifica: aveva fatto lo stesso nel 2015, per motivare la sentenza 15184/2015, con cui aveva stabilito che il raddoppio del periodo di sospensione delle patente previsto per chi guida un veicolo non può essere applicato solo se si accerta lo stato di ebbrezza e non anche in caso di rifiuto del test.

La (diversa) gravità dei reati

Nell'ultimo caso, i giudici di secondo grado avevano osservato, infatti, che il reato di guida in stato di ebbrezza determina un pericolo per la collettività, mentre quello di rifiuto di sottoporsi al test frappone ostacoli ai controlli.

E, per questo motivo, i giudici non considerano che il rifiuto sia un modo per nascondere il proprio stato di ebbrezza. Inoltre, i due casi in questione, presentando caratteristiche diverse, possono essere sanzionati in modo diverso, in base alla propria discrezionalità.

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