Il sospetto, perché dovranno esserci le prove per parlare eventualmente di accusa, è comunque pesante: gli ospiti russi che alcuni talk show televisivi italiani hanno visto protagonisti nei giorni scorsi non sarebbe soltanto informazione, giornalismo, contraddittorio. No, si tratterebbe di "un'operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo". È quanto ipotizzato dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), che vuole vederci chiaro e andare a fondo nella vicenda tant'é che ha convocato per mercoledì prossimo Mario Parente, direttore dell'Aisi (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), il giorno dopo l'ad della Rai Fuortes (12 maggio) e una settimana dopo anche Giacomo Lasorella, presidente Agcom.
Dove nascono i sospetti
Su La7, come abbiamo visto sul Giornale.it, si era posto il problema legato a Nadana Fridirkhson, ospite molto frequente in alcuni programmi. Tanto che Nona Mikelidze, Nathalie Tocci e Andrea Gilli avevano deciso di declinare l'invito di Floris per la presenza della "giornalista della tv del ministero della Difesa russo", che suscitò ilarità generale quando lei stessa parlò di "censura" se non avrebbe avuto la possibilità di rispondere. Nelle ultime audizioni, come spiega Repubblica, alcune situazioni avrebbero fatto avanzare il sospetto che ospiti e opinionisti stranieri siano pagati dal Cremlino per dire quello che dicono.
La questione principale non è legata al contraddittorio degli ospiti in studio o dei conduttori, ma riguarda il delicatissimo tempa che è legato alla propaganda. Josep Borrell, politico spagnolo che è "l'Alto rappresentante dell'Unione europea per le politiche di sicurezza", aveva iniziato con il dire che l'agenzia russa Sputnik e il quotidano Russia Today fossero delle "armi nell'ecosistema di manipolazione del Cremlino", che "bombardano le menti e gli spiriti: l'informazione è il combustibile della democrazia. Se l'informazione è di cattiva qualità, anche la democrazia è di cattiva qualità". A questo punto la domanda dell'intelligence italiana è nata spontanea: se vengono chiusi, in Russia, questi due veicoli di propaganda "per una questione di sicurezza nazionale, per quale motivo permettiamo che altre persone pagate da Mosca vengano a portare gli stessi concetti nelle nostre tv?".
Cosa vuole sapere il Copasir
Il Copasir ha "recepito" anche le parole di Borrell e vuole vederci chiaro. Anche perché, in piena pandemia, lo stesso Comitato aveva sollevato il problema delle losche operazioni dei russi ufficialmente venuti per portare aiuti ma che nel frattempo potrebbero aver fatto altro.
Le domande saranno facili: chi sceglie di chiamare come ospite una data persona e perché? C'è qualcuno che dall'esterno "suggerisce" alcuni nomi o sono decisioni indipendenti di una data testata? Esiste una regia occulta o è semplice e pura informazione e giornalismo?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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