È un'epidemia "di estensione europea" quella emersa dallo studio del cluster lombardo di Covid-19. A ricostruirne la nascita è una ricerca, che ha isolato e analizzato i genomi virali di 3 pazienti tra i primi 16 casi di nuovo coronavirus provenienti dalla provincia di Lodi.
Si tratta dei primi pazienti a cui è stata diagnosticata la malattia, tra il 20 e il 21 febbraio 2020, quando è venuto alla luce il cluster italiano, che apparentemente non aveva avuto nessun collegamento con la Cina. A guidare l'equipe di ricercatori sono stati Massimo Galli e Gianguglielmo Zehender dell'università degli Studi di Milano, che hanno ricostruito l'origine dell'epidemia europea, tracciando il suo percorso. Dalla Cina, il virus sarebbe arrivato in Germania, tra il 24 e il 27 gennaio, e da lì, in Italia.
Secondo gli scienziati, infatti, la caratterizzazione dei 3 genomi dei pazienti italiani ha permesso di capire che il ceppo dell'epidemia italiana è strettamente correlato a quello isolato per la prima volta da una persona ammalatisi di Covid-19 in Baviera, alla fine di gennaio. Il paziente tedesco aveva partecipato a una riunione di lavoro vicino a Monaco, alla quale era presente anche un manager cinese di Shangai, che aveva scoperto di essere malato solo una volta tornato in Cina. Secondo i ricercatori, da questo episodio avrebbe avuto origine "uno dei primi cluster di casi europei non d'importazione, dove cioè la trasmissione si è verificata sul territorio europeo". E lo stesso ceppo virale della Germania è stato isolato nei pazienti italiani e anche in altri Paesi Europei.
L'indagine, inoltre, ha permesso anche di stimare il periodo più probabile dell'arrivo del Sars-Cov-2 in Italia: il virus sarebbe comparso nel nostro Paese tra la fine di gennaio e i primi di febbraio, quindi una ventina di giorni prima della scoperta del "paziente1" di Codogno.
In realtà, la ricerca, secondo quanto chiariscono gli autori, non ha potuto dimostrare con certezza il legame diretto tra il ceppo italiano e il cluster tedesco, perché ci sarebbe un'altra teoria in merito all'arrivo del virus in Italia, anche se gli studiosi la definiscono "assai poco probabile". Si tratta dell'esportazione multipla della stessa variante del virus dalla Cina ai due Paesi europei. Il nuovo lavoro, come ricorda AdnKronos, è stato accettato per la pubblicazione sul Journal of Medical Virology ed è disponibile su Medrxiv, mentre le sequenze sono state pubblicate nella banca dati Gisaid.
"La tempistica epidemiologica - spiega Gianguglielmo Zehender, primo autore dello studio - mostra come i casi bavaresi abbiano preceduto la comparsa dei primi casi italiani di almeno un mese e suggerisce che quella emersa drammaticamente con il cluster lombardo delinei un'epidemia di estensione
europea". E potrebbe essere stata proprio "la circolazione nascosta del virus nella popolazione" ad aver causato "l'ampia diffusione del virus ormai evidente non solo in Italia, ma a livello globale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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