Coronavirus

Ecco cosa non si potrà fare a Pasqua

Le misure saranno valide fino al 6 aprile, periodo pasquale compreso. Ma già si pensa di vietare anche nelle zone gialle e arancioni le visite a parenti e amici

Ecco cosa non si potrà fare a Pasqua

Pasqua si avvicina e con essa anche le nuove restrizioni che riguarderanno anche le regioni in fascia gialla o arancione. Le normative entreranno in vigore il prossimo lunedì 15 marzo e avranno validità fino al 6 aprile, e quindi il periodo pasquale è compreso. Adesso però il governo ha pensato di limitare gli spostamenti a Pasqua anche per le zone non di colore arancione scuro o addirittura rosso. Di mezzo ci andranno anche le visite a parenti e amici. Il decreto è stato approvato nella mattinata di oggi dal cdm e andrà a sostituire il Dpcm. Entrerà in vigore dal 15 marzo fino al 6 aprile. Secondo indiscrezioni trapelate, il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe detto che le regioni gialle, ovvero Sicilia, Calabria, Lazio e Valle d’Aosta, dovrebbero passare alla fascia di colore arancione. La Sardegna dovrebbe invece rimanere bianca.

Le scuole

Al momento, come riportato anche dalla Stampa, sono circa 6 milioni gli studenti che seguono le lezioni utilizzando la didattica a distanza, ovvero quelli che si trovano nelle zone rosse o arancioni scuro decise dai presidenti di Regione. Da lunedì prossimo poi il numero degli alunni in dad potrebbe quasi certamente aumentare. Nella maggior parte delle regioni potrebbe infatti scattare il lockdown dopo il superamento della soglia di 250 casi per 100mila abitanti. Nelle zone rosse infatti, secondo le disposizioni, le strutture scolastiche di ogni grado e ordine resteranno chiuse. Idem a livello regionale o comunale. Per quanto riguarda le zone colorate di arancione, dove non viene quindi superata la fatidica soglia, studieranno a distanza gli alunni dalla seconda media in su. Chiusi i licei e gli istituti tecnici professionali in zona gialla.

Fine settimana di Pasqua a parte, durante gli altri fine settimana il lockdown ci sarà solo in zone e regioni colorate di rosso dai sindaci e dai governatori. Dopo il monitoraggio atteso per oggi, con i nuovi parametri dovrebbero essere 12 le regioni che da lunedì prossimo, 15 marzo, finiranno in zona rossa. Sarà vietato per i cittadini uscire dalla propria abitazione durante tutta la settimana, se non per comprovate necessità di lavoro, salute o emergenza. Chiusi anche tutti i negozi tranne quelli di prima necessità. Nelle regioni in fascia arancione si potrà fare una gita fuori porta restando però all’interno dei propri confini comunali. O anche raggiungere la seconda casa purché si trovi all’interno della propria regione, e solo con i conviventi. Solo chi vive in zona gialla potrà fare una bella scampagnata senza uscire dalla regione.

Fine settimana di Pasqua e spostamenti

Torniamo a parlare di Pasqua e del triste fine settimana che ci dovremo attendere. Probabilmente sarà uguale a quello vissuto l’anno scorso, quando l'Italia si trovava in pieno lockdown. Passata l'ala rigorista che voleva tutto il paese, senza distinzioni, colorato di rosso da sabato 3 aprile fino al giorno di Pasquetta. In questi giorni i negozi saranno chiusi, a eccezione di quelli considerati necessari, e non si potrà pranzare al ristorante o fare colazione al bar. Ci consoleremo spaccando l’uovo e mangiando chili di cioccolato, solo con i nostri familiari conviventi. Già, perché non si potrà neanche andare a trovare amici e parenti che non vivono sotto il nostro stesso tetto. Ma c'è fortunatamente una deroga.

La deroga pasquale per le visite a parenti e amici

Su tutto il territorio nazionale, tranne che in Sardegna che si trova in zona bianca, verranno applicate le misure fissate per la zona rossa. Le norme per le regioni in zona rossa stabiliscono che non si possano effettuate visite ad amici o parenti. Solo per i tre giorni di Pasqua, verrà fatta una deroga, in modo da consentire di visitare una sola abitazione all'interno propria della regione, in massimo due persone che potranno portare con loro i minori 14 anni.

Gli altri giorni tornerà il divieto. Limitazioni in arrivo anche per chi abita in zone gialle o arancioni. Si sta infatti decidendo se vietare anche qui le visite a parenti e amici, neanche in due una volta sola al giorno. Uscire di casa sarà concesso solo per fare la spesa o recarsi nei negozi. Per tutti divieto di varcare i confini regionali, visto che il divieto in scadenza il 25 marzo verrà prorogato. Per le zone arancioni si potrà muoversi all’interno del proprio comune, ancora valida la regola dei paesi con meno di 5mila abitanti, in questo caso sarà possibile oltrepassare il confine comunale di 30 chilometri. In zona rossa si esce di casa solo per fare la spesa o per motivi di necessità.

Teatri e cinema

In teoria il 27 marzo dovrebbero riaprire i teatri e i cinema, come è stato riportato nell’ultimo Dpcm. Il condizionale è d’obbligo perché, con la curva epidemiologica in continua salita, è difficile che alla fine vengano davvero riaperti. La decisione ultima arriverà comunque il 20 marzo, fino ad allora è lecito sperare. Discorso diverso per mostre e musei dove chi abita in zone gialle potrà continuare ad andare nei giorni feriali. Dal 27 marzo avrebbero dovuto riaprire anche il sabato e la domenica, ma questo è ancora in dubbio, dipenderà dagli ultimi dati. Su palestre, piscine e sport neanche una parola.

Ristoranti e bar

Se confermato, solo nelle regioni gialle si potrà continuare ad andare a fare colazione al bar o a pranzare al ristorante. Stiamo quindi parlando di Calabria e Sicilia, gialle, e della Sardegna, unica regione bianca. In fascia gialla si chiude invece alle 18 con la sola possibilità di asporto fino alle 22. Sempre consentite le consegne a domicilio. I bar e i ristoranti saranno chiusi in fascia arancione e rossa, con la sola possibilità di asporto e delivery. Chiuso tutto in zona rossa, tranne farmacie, alimentari, edicole e tabaccai. I centri commerciali restano chiusi nei fine settimana e tutti i giorni nelle regioni rosse.

I nuovi dati

L’Rt nazionale è adesso a quota 1,16 e siamo quasi ai 250 casi per 100mila abitanti. A spiegarlo ai governatori è stato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. La riunione tra i presidenti delle regioni e il governo è arrivata in un momento in cui la situazione in Italia non sembra delle migliori, con una curva epidemiologica in continua e veloce ascesa.

A preoccupare sembra essere soprattutto la diffusione delle varianti che portano il valore dell'Rt oltre la soglia critica, con conseguente passaggio di molte regioni in fasce di colore con rischio più elevato.

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