Coronavirus

Ecco cosa sappiamo della variante Epsilon

La variante Epsilon arriva dalla California ma è poco diffusa nel nostro Paese. L'avvertimento di Figliuolo: "Completare il ciclo vaccinale"

Ecco cosa sappiamo della variante Epsilon

Una nuova variante denominata B.1427/1.429 è stata individuata dagli scienziati all'inizio del 2021 in California ma è stata resa nota alla metà di marzo. Si tratta della variante Epsilon del Covid-19. Attualmente è presente in 44 Paesi . In Italia, però, sono stati registrati soltanto un paio di casi.

Di cosa si tratta

Su Science è stato pubblicato un articolo con le caratteristiche di questa nuova variante grazie al lavoro di ricerca del biochimico Matthew McCallum dell'Università di Washington a Seattle, Stati Uniti. Il virus riuscirebbe ad aggirare gli anticorpi generati dei vaccini e da una precedente infezione soltanto in parte. Le osservazioni pubblicate si basano da campioni di plasma prelevato da alcune persone già vaccinate con Pfizer e Moderna ed altri che avevano avuto la malattia. Questa mutazione del virus è il risultato di tre cambiamenti presenti nella glicoproteina S, in pratica le "corone" delle quali il Coronavirus si serve per infettarci.

Dove è diffusa

Secondo i dati aggiornati da Gisaid, la variante Epsilon è attualmente presente con numeri modesti soprattutto in Danimarca (37 casi), in Germania, Irlanda, Francia, Olanda e Spagna con casi che si contano sulle dita di una mano (tra 5 e 10). Come detto, in Italia è stata sequenziata soltanto due volte. Gli scienziati, come per tutte le altre varianti, l'hanno ribattezzata Voc (Variant of concern), cioè variante di interesse, il nome stabilito dall'Oms in due casi: se il genoma del virus presenta mutazioni fenotipiche accertate o sospette e se è causa di trasmissione comunitaria con cluster multipli oppure se è stata rilevata in più Paesi (come in questo caso).

I vaccini sono efficaci

Se è vero che l'efficacia vaccinale può risultare leggermente ridotta di 2,4 volte in meno dopo la doppia dose di Moderna e 2,3 volte in meno con Pfizer, buone notizie arrivano dal monodose Johnson&Johnson. Come riporta IlSole24Ore, l'azienda farmaceutica ha reso noto che il vaccino J&J "ha dimostrato una risposta immunitaria duratura e ha generato risposte anticorpali neutralizzanti contro la variante Delta e altre varianti di Sars-Cov-2 che destano preoccupazione". Sebbene la Delta sia quella che sta prendendo il sopravvento, nel mondo sono presenti la B.1351 (variante Beta), la B.1.1.7 (variante Alfa) e la P.1 (variante Gamma). In Italia circola ancora, maggiormente, la variante Alfa ma sarà presto sostituita, appunto, dalla Delta.

"Non dare spazio a varianti"

Il virologo Paolo Fazii, primario della Uoc di Virologia e Microbiologia della Asl di Pescara e responsabile del Laboratorio analisi dell’ospedale, mette in guardia dalla variante Epsilon, che arriva dal terzo mondo e che “ha già dimostrato di riuscire a superare le barriere delle difese immunitarie“, per cui “possono ammalarsi anche coloro che già hanno contratto una prima volta il virus da Covid-19 e sono guariti, così come i vaccinati”. L'unica soluzione resta vaccinare più gente possibile ed il più in fretta possibile per non dare possibilità al virus di mutare continuamente. "L'antidoto più efficace, come indicato dalla comunità scientifica, consiste nella vaccinazione completa, cioè con entrambe le dosi. Completare il ciclo vaccinale per tutte le classi, anche dei più giovani, rende la vita difficile al virus e alle sue mutazioni, impedendo conseguenze gravi e rendendolo un fenomeno sicuramente più gestibile".

A dirlo il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l'emergenza Covid, in un'intervista ad Avvenire in merito al pericolo varianti.

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