Se da un lato la campagna vaccinale procede ora a ritmi più serrati, dall'altra aumentano le domande di coloro che, dopo ricevuto il siero, continuano ad avere qualche dubbio su ciò che potrebbe accadere e su come si dovranno comportare da ora in avanti.
Tra i quesiti più frequenti resta l'annosa questione della possibilità o meno di contrarre il virus anche con lo scudo del vaccino anti Covid. "Sì, è possibile", ammette il docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano, nonché direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, Mario Clerici."Ora che stanno cominciando a venir fuori molti dati su questo argomento possiamo dire che sono pochissimi casi, che si contano sulle punte delle dita". La schermatura fornita dal siero non è totale, spiega l'esperto:"Questo succede perché anche il vaccino migliore ha una copertura del 96-97% e se ci si trova in quel residuale 3-4% c'è possibilità di ammalarsi. Ma grazie al cielo è una possibilità più teorica che altro". Un rischio molto basso, quindi, ma di cui bisogna comunque tener conto.
Cosa succede tra prima e seconda dose
È vero che dopo aver ricevuto la prima delle due dosi di vaccino anti-Covid aumentano le possibilità di contrarre il virus? Anche questa rientra tra le domande più gettonate dagli italiani. Il professor Clerici spiega cosa accade tra prima e seconda somministrazione: "La seconda dose senz'altro ottimizza la potenza della risposta immunitaria. Il rischio di contrarre il Covid è un po' più alto quando si ha all'attivo solo una dose", rivela l'esperto ad AdnKronos, "ma anche dopo la prima singola iniezione i casi di malattia riportati sono pochi. È una possibilità, poi, che diventerà gradualmente sempre più remota. Una volta che si raggiungerà l'immunità di gregge, non accadrà più perché non ci sarà circolazione del virus".
Dopo la seconda somministrazione è comunque possibile essere dei portatori inconsapevoli del virus? Anche in questo caso il docente parla di una possibilità remota, ma che non si può comunque escludere a priori."Non è mai una scienza esatta, ma è altamente improbabile: se si è vaccinati tendenzialmente non ci si infetta e non si trasmette il virus. In questo momento sono più i giovani che non sono ancora immunizzati, che vanno fuori e si infettano. Poi magari, essendo spesso asintomatici, contagiano altri. Va precisata una cosa", puntualizza ancora Clerici. "Anche se i vaccinati non sembrano in grado di infettare, il mio invito è a continuare con le cautele, dalle mascherine alle distanze ancora per un po'. Stiamo attenti nei prossimi mesi, tiriamo fino a settembre e poi vedremo".
Sintomi influenzali tra i vaccinati
Nel caso in cui manifestino dei sintomi influenzali o abbiano contatti con un potenziale positivo anche i vaccinati devono effettuare un tampone? "Mi sembra un eccesso di sicurezza", dichiara Clerici, "Se una persona è vaccinata e ha sintomi simili al Covid, è molto più probabile che sia influenza o un altro virus come un rotavirus o un parvovirus che danno sintomi simili". Certo per avere maggiore sicurezza si può fare pure un tampone, aggiunge il professore,"ma sarà difficile che sia Sars-CoV-2. Lo stesso in caso di contatto con positivo: mi sembra eccessivo".
Anche chi è già guarito dal Covid deve vaccinarsi?"Sì, perché la risposta immune indotta dall'infezione è più debole di quella indotta da vaccino", spiega
l'immunologo. "Adesso sembra che gli ultimissimi dati indichino che basti una singola dose per perfezionare la risposta dei guariti. Il monodose Johnson & Johnson sarebbe dunque ideale in questi casi", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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