Coronavirus

Ecco perché la variante Delta in Italia si diffonde "in silenzio"

Un positivo su 5 in Italia ha la variante Delta, diffusa nel 26% dei casi: un focolaio scoppiato a Piacenza ha coinvolto 25 persone non vaccinate. "Per combatterla bisogna vaccinarsi": ecco il messaggio degli esperti

Ecco perché la variante Delta in Italia si diffonde “in silenzio”

Se è vero che i nuovi casi giornalieri di ieri sono stati soltanto 495 in tutta Italia, il nostro Paese è adesso il quinto al mondo per diffusione della variante Delta, la più contagiosa da quando esiste il Covid-19, 60% in più di quella inglese ancora dominante.

Un caso su 5 è Delta

L'Istituto Superiore di Sanità, nell'ultimo report di tre settimane fa, aveva rilevato la variante Delta (ex indiana) soltanto nell'1% dei casi, un numero esiguo da farci ancora dormire sonni tranquilli. Ma, al di là dei numeri ufficiali, la mutazione del Covid-19 si diffonde senza che noi ne siamo a conoscenza (spesso) perché in Italia il sequenziamento è molto basso e si fanno sempre meno tamponi: la fondazione Gimbe denuncia un - 31,5% di tamponi nelle ultime 5 settimane e soltanto il 2% dei tamponi positivi effettuati viene sequenziato per capire di quale tipologia di virus si tratti. Troppo poco. Secondo le ultime informazioni riportate dalla banca dati internazionale del gruppo Gisaid ed ai numeri provenienti dall'Istituto di ricerca belga Sciensano, una settimana fa la circolazione della Delta era del 3% mentre adesso è del 26%, in pratica un caso su 5.

Quali sono le contromisure

Da mutazione rara, l'Italia come detto è al quinto posto nel mondo come diffusione: come riporta La Stampa, peggio di noi stanno la Russia, dove addirittura il 99% del virus in circolazione è di "marca" Delta, la Gran Bretagna con il 98% (ma lì viene sequenziato il 30% dei tamponi), poi c'è il Portogallo dove è diffusa al 96% di diffusione e un sequenziamento al 5%, quarti gli Usa dove circola al 31% e che sequenzia sempre il 5%. Quinta l'Italia, 26% e 2% di sequenziamento, in pratica nulla. Nella giornata di ieri, il ministero della Salute ha finalmente deciso che tutti i campioni di virus notificati il 22 giugno verranno sequenziati: il monitoraggio, però, dovrà essere costante prima che la situazione ci sfugga di mano come sta accadendo alla Gran Bretagna, dove i contagi sono tornati ad essere 10mila al giorno ma, fortunatamente, l'incremento di ricoveri e decessi si mantiene molto basso.

"Nessuno era vaccinato"

"Siamo arrivati a un totale di 25 casi di positività alla variante Delta. Il focolaio è collegato a un ambiente lavorativo poi si è esteso anche a familiari e amici. Riteniamo sia partito dal Cremonese, sia arrivato a Piacenza tramite un lavoratore e poi si sia esteso all'interno di due aziende" della logistica "con infine un piccolo contagio a livello di amici e conoscenti": lo ha detto all'Agi il direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl di Piacenza, Marco Delledonne, intervistato sugli ultimi dati del focolaio della variante Delta del Covid rilevato tra il Piacentino e il Cremonese. Da sottolineare come, tra i 25 casi positivi alla variante Delta riscontrati tra Piacenza e Cremona, "nessuno era vaccinato", ha sottolineato Delledonne.

Perché è fondamentale vaccinarsi

La variante Delta "è più infettiva ma può essere controllata abbastanza bene da un ciclo di vaccinazione completo, quindi è molto importante che le persone completino la vaccinazione con 2 dosi, specialmente quel milione e 800 mila di anziani che deve vaccinarsi", ha affermato questa mattina Guido Forni, immunologo dell'Accademia Nazionale dei Lincei, intervenuto ad una trasmissione di Radio Cusano Campus. Anche se la vaccinazione non protegge totalmente, "rende in tutti i casi la malattia molto meno grave". A proposito di vaccini, anche se più contagiosa, la Delta non riuscirebbe più di tanto ad aggirare la protezione offerta da AstraZeneca che, nel 92% dei casi, eviterebbe il ricovero in ospedale. Un altro studio pubblicato su The Lancet, invece, contiene percentuali più basse con una protezione del 79% con la doppia dose Pfizer e 60% con la doppia di AstraZeneca. La paura sta nel fatto che in tre casi su 4, una sola dose di vaccino potrebbe non proteggere dalla Delta: è per questo che bisogna correre, correre, correre con la vaccinazione prima che arrivi l'autunno o che si diffonda ulteriormente.

"Allertati si, terrorizzati no"

Lo ha sottolineato anche il Prof. Matteo Bassetti in un'intervista esclusiva pubblicata questa mattina dal nostro giornale (qui il pezzo completo), il quale ha affermato che dobbiamo essere "sufficientemente allertati e preoccupati di ciò che avviene in Inghilterra senza esserne terrorizzati". Per questo motivo, l'obiettivo dei tre mesi estivi deve essere quello di vaccinare. "Se noi arriveremo al prossimo autunno con l'80% della popolazione vaccinata, per quanto possa esserci una nuova variante e penetrare nel nostro Paese, è chiaro che troverà 4 persone su 5 che in qualche modo le resistono.

Credo che questo sia il messaggio da dare oggi ai no-vax: se vuoi combattere la variante Delta, devi vaccinarti", conclude l'esperto.

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