Coronavirus

Ecco le tre Regioni che potranno riaprire per prime

Incrociando i dati dell’Rt e della somministrazione del vaccino, il Veneto risulta essere la prima regione per vaccinazioni di persone anziane. A seguire ci sono il Lazio e il Molise, che ha un Rt molto basso, pari allo 0,81

Da sinistra, il ministro Speranza e il premier Draghi
Da sinistra, il ministro Speranza e il premier Draghi

Tra i nuovi parametri da tenere in considerazione per la riapertura delle regioni, oltre al numero dei contagi Covid, c’è la campagna vaccinale. I territori più avanti con l’immunizzazione delle persone anziane potranno ripartire in fretta, sollevando le serrande di bar, ristoranti, palestre, cinema e teatri. In base alle misure previste dal governo Draghi, le regioni pronte a riaprire sono: Veneto, Lazio e Molise. Secondo le elaborazioni realizzate da Lab24 del Sole 24 Ore restano notevoli le differenze nelle diverse zone d’Italia riguardo le vaccinazioni di over 80 e over 70. Incrociando i dati dell’Rt, l’indice sulla velocità di propagazione del virus, e della somministrazione dell’antidoto, il Veneto risulta essere la prima regione per vaccinazioni di persone anziane. A seguire ci sono il Lazio, con l’Rt sotto l'1 e con 160 casi di Coronavirus ogni 100mila abitanti, e il Molise, che ha un Rt molto basso, pari allo 0,81.

Insieme a queste regioni potrebbero essercene altre, come l’Emilia Romagna, che viaggia veloce sulle vaccinazioni, ma che ha ancora un numero alto di contagi: 206 per ogni 100mila abitanti, oppure il Friuli Venezia Giulia, dove ci si ammala di meno seppure la campagna vaccinale non ha ancora ingranato la marcia. L’obiettivo del premier Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza e di riaprire quante più attività commerciali possibili già dal 20 aprile, anche per dare una risposta concreta al leader della Lega Matteo Salvini, il quale spinge per una ripresa economica del Paese.

I dati complessivi sul Covid, però, sono ancora molto preoccupanti. Ieri sono stati registrati 18.938 nuovi positivi e 460 morti (a cui si aggiungono 258 morti della Sicilia che non li aveva contabilizzati nei giorni scorsi). Numeri che, per il momento, non lasciano ben sperare, anche se qualcosa in positivo si sta verificando, con l’Rt sceso a 0,92, come riporta l’Istituto superiore di sanità. Da lunedì, in conseguenza dei nuovi dati, dovrebbero uscire dalla zona rossa sei regioni, che passeranno al colore arancione. Si tratta di Calabria Emilia, Friuli, Lombardia, Piemonte e Toscana. Un percorso inverso, invece, lo ha fatto la Sardegna che, da zona bianca, con tutte le attività commerciali e sportive aperte, dovrebbe ritornare in fascia rossa, facendo compagnia a Puglia, Campania e Valle d'Aosta.

Nonostante i timidi segnali positivi, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro frena gli entusiasmi. “Accelerare sulle riaperture – ha detto – sarebbe un rischio”. D’altronde anche in Europa si procede con cautela, a partire dalla Germania, dove la campagna vaccinale procedea gonfie vele.

È questo il punto su cui insistere, dare una spinta decisiva alle vaccinazioni, con l’obiettivo prefissato dal commissario Francesco Paolo Figliuolo di completare le somministrazioni per gli over 80 entro aprile e velocizzare le operazioni per gli over 70.

Commenti