Cronache

Eco e la "fenomenologia" di Mike Bongiorno

Umberto Eco, negli anni Sessanta, ha pubblicato "Fenomenologia di Mike Bongiorno". In quest'opera analizza la figura del presentatore e la esalta per la sua "mediocrità"

Eco e la "fenomenologia" di Mike Bongiorno

"Non provoca complessi di inferiorità, pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo", con queste parole Umberto Eco descrive Mike Bongiorno in un'opera degli anni Sessanta.

Tra gli scritti del semiologo merita di essere ricordata la "Fenomenologia di Mike Bongiorno". Il saggio è uscito nel 1963, nel momento di massima popolarità del presentatore. Eco esalta Mike per la sua capacità di essere diventato un fenomeno di massa, per essere cioè un esempio di personaggio pubblico consociuto e ammirato da tutti per la sua semplicità. "Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello" - Eco definiva così il presentatore negli anni '60. Quegli anni erano i periodi della grande gloria di Mike, quando gli italiani si riunivano nei bar per guardare la prima trasmissione della televisione "Lascia o raddoppia".

In "Fenomenologia di Mike Bongiorno", il semiologo studia la figura del presentatore e la definisce un'icona dell'Italia del boom economico. "In ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere, traspare mediocrità e immediatezza. In lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica". La figura tratteggiata da Eco è assolutamente singolare e ricca di ammirazione.

"Mike - conclude Eco - non si vergogna di essere ignorante di fronte agli esperti, con il suo basic italian riesce a farsi capire da tutti".

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