Giù la maschera

Educazione artificiale

L'Intelligenza artificiale non ha un'anima; e neppure un'etica

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L'Intelligenza artificiale non ha un'anima; e neppure un'etica. Ma non si può negarle un certo bon ton. Gli apprendisti stregoni dell'Intelligenza artificiale, al centro di polemiche e preoccupazioni per i contenuti che può generare, hanno pensato di insegnarle la buona educazione. Che, come sa ogni genitore, non è una cosa naturale, ma artificiale.

E così i programmatori di Midjourney, un servizio di AI in grado di creare immagini originali a partire da una descrizione, hanno deciso di stilare un elenco di parole vietate per il 2024. Insomma: non si potranno usare alcuni termini per suggerire l'elaborazione di nuove foto o opere d'arte. Come sempre si parte con le migliori intenzioni (promuovere inclusività, sensibilità, rispetto) e si finisce col dare il cattivo esempio (incentivare censure, epurazione, controlli).

Tra le parole vietate: sangue, crocifissione (addio a mezza storia dell'arte), decapitazione (ci perdiamo San Giovanni decollato), massacro, strage e quasi tutte le parti del corpo femminile. Proibite anche seducente, sensuale, osceno, cattivo (?!), incesto, tortura e schiavo (vabbè), tutti i nomi di droghe, «dick» (niente illustrazioni di Moby Dick) e poi - interessante - tabù, fascista (strano...), Xi Jinping e Profeta Maometto.

A posto così. Potremo continuare a chiedere all'Intelligenza artificiale di generare una foto di Papa Francesco con un piumino o di Trump arrestato.

Ma almeno ci evitiamo una strage degli innocenti rivisitata in chiave pop. Vuoi mettere?

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