Cronache

Elogio di nonna Angelina che cuce presine per strada

Elogio di nonna Angelina che cuce presine per strada

Il cerchietto fra i capelli bianchissimi, il carrello della spesa (come quelli disegnati nel banner di Amazon, in alto a destra, solo che questo è vero, in nylon e ruote), la seggiolina pieghevole, un abito-grembiule con certe fantasie che non sapresti dove andare a trovare neppure se fossi costretto a cercarle per un motivo preciso (tipo una recita in parrocchia), un uncinetto e le presine.

Le presine... Ve lo ricordate, o meglio, lo sapete voi, cosa sono le presine fatte all’uncinetto? Quei cerchietti di cotone che si usa(va)no per afferrare le pentole senza scottarsi. Se non fosse per il modello di automobile parcheggiata sullo sfondo della foto, sembrerebbe una scena dimenticata lì cent’anni fa. E in effetti, lei, la protagonista della foto e della storia, di anni ne ha novantotto. E ha grandi scarpe slacciate all’altezza delle caviglie affaticate dall’età e dal caldo, la fronte corrugata sul piccolo ricamo, e se fosse davanti a noi, in carne ed ossa, se le fossimo vicini, probabilmente riusciremmo a sentire che profuma di brodo e borotalco. Ma l’abbiamo vista solo in un’istantanea girata su siti e social e abbiamo saputo di lei per una di quelle assurde notizie che ti trasformano il sangue in ghiaccio liquido. È sembrato, per lunghe ore, che la signora, intenta a ricamare e ad accumulare presine per un piccolo mercatino approntato per terra, su un lenzuolo, all’uscita della metro Lepanto a Roma, fosse stata multata dai vigili in borghese per «mancata autorizzazione alla vendita». Se fosse stato vero questo travaso di senso del rigore sul destinatario sbagliato, ci sarebbe piaciuto immensamente vederli in faccia, quei vigili in borghese.

Ma prima di aggiungere altro è arrivata la smentita secca dei «pizzardoni» e non è servita nessuna piccola rivolta autogeneratasi tra i passanti a dissuadere i solerti tutori della legge dal loro scellerato intento. Tra sbarchi e rapine e aggressioni e furti e crimini, a lei avevano da pensare. Alla nonnetta delle presine nell’estate degli anziani soli. Il «prima gli italiani» del governo non poteva certo riferirsi a questo. E quando abbiamo saputo e capito ci è passata la rabbia... di quelle che non si sciolgono manco con ’sto caldo. Ma comunque ci è venuta voglia di comprarle tutte le presine e di regalarle a Natale al comando dei vigili più vicino alla fermata della metro di Lepanto. E ci è venuta voglia di portarcela a casa, la nonnetta. Con la nostra di nonnetta, che ha solo tre anni di meno, non ha il cerchietto ma sferruzza tanto quanto. E che ogni tanto crediamo sia esausta delle nostre vite complicate e di tutto ciò che non riusciamo a risparmiarle, ma che almeno non ha scocciatori e solitudine attaccati alle caviglie stanche. E ci è venuta voglia di sistemarla su una poltrona vera, quella signora. Al fresco e con le gambe sollevate e di ascoltare cos’ha da dire, perché di certo ne ha da dire, perché la vita ti resta scritta in faccia e quel suo bloc notes è tutto pieno.

E ci è venuta voglia di farci preparare il brodo e anche di imparare a fare l’uncinetto.

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