Candido Avezzù aveva 58 anni ed era un agente del reparto mobile della polizia in servizio a Padova. È morto a causa delle complicazioni dovute all'infezione da Covid. Dopo la rficostruzione dei suoi ultimi movimenti, pare che abbia contratto il coronavirus mentre si trovava in servizio provvisorio nell'hotspot di Taranto, dove erano ospitati circa 300 migranti, tra i quali era scoppiato un maxi focolaio di 33 persone.
Da qui le proteste: "Ci impongono assurde regole come il Green pass nelle mense e poi ci mandano al macello, in mezzo alla folla, negli hotspot, a contagiarci e a mettere a rischio le nostre famiglie oltre che i nostri colleghi". Queste le parole di Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale autonomo di polizia, che ha dato la notizia della scomparsa del collega. Candido Avezzù è stato in servizio a Taranto dal 13 al 25 di luglio e ha poi scoperto di essere positivi 3 giorni dopo, comunicando a tutti di essere stato ricoverato all'ospedale di Jesolo.
"Non è un posto dove passare le vacanze, spero di andare a casa stamani", diceva il poliziotto. Inizialmente non sembrava un paziente grave ma a distanza di oltre 10 giorni dal ricovero le sue condizioni avevano reso necessario il trasferimento in terapia intensiva a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni. Cercava di tenere il contatto col mondo attraverso Facebook ed è qui che ha scritto quelle che si sono rivelate le sue ultime volontà: "Entro in intensiva. Sullo lapide lo scudetto del 2, grazie".
Il "2" è il sibolo del suo reparto e anche in quella situazione, Avezzù cercò di sdrammatizzare la situazione. Era un uomo ironico, come sottolineano i suoi colleghi, e nei momenti difficili era sempre pronto a usare l'arma dell'ironia per alleggerire la tensione. Ora la polizia chiede maggiori tutele per evitare altre situazioni simili: "Non sappiamo se il collega fosse o meno vaccinato, ma al di là di ciò non è ammissibile permettere sbarchi in modo incontrollato, in piena pandemia". Quindi, il segretario del Movimento sindacale autonomo di polizia tuona ancora: "Chi di dovere non può fare finta di nulla: il concetto di umanità non è solo un argomento da passerella.
La vita umana va rispettata sempre, soprattutto quando la salute di tante persone, in questo caso immigrati, poliziotti, volontari e personale sanitario, è messa a serio rischio da politiche infauste sull’immigrazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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