L'epatite infantile "misteriosa" che da un mese a questa parte ha colpito oltre duecento giovanissimi in tutta Europa? Potrebbe essere causata da una forma di Coronavirus. O perlomeno, questa è una delle due ipotesi più probabili individuate al momento Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) circa la patologia salita alla ribalta internazionale nei primi giorni dello scorso aprile nel Regno Unito.
In Italia uno dei primissimi casi risale allo scorso 20 aprile, quando un bimbo di tre anni originario di Prato fu trasferito d'urgenza prima al Meyer di Firenze e poi al Bambin Gesù di Roma. Per il piccolo, giunto in nosocomio in condizioni critiche, sembrava inevitabile un trapianto di fegato (poi scongiurato). Fu l'episodio che portò all'attenzione generale italiana una forma di epatite dall'origine ancora sconosciuta, tanto da indurre gli Stati europei ad unire le forze nelle analisi del fenomeno.
Cosa si sa della nuova epatite infantile
Cosa sappiamo al momento? Entro un paio di giorni dovrebbero essere resi noti nei dettagli i risultati della prima "survey" (così è stata denominata la ricerca condotta in oltre cinquanta ospedali di tutta Europa) che dovrebbe fornire un resoconto definitivo. Qualche dato è però già stato anticipato oggi: l'Italia sarebbe fra i cinque Paesi in cui si è verificato un aumento più consistente di casi di epatite rispetto al passato. E per quel che concerne l'eziologia, l'Edcd ha fatto sapere che i patogeni rilevati più frequentemente nelle infezioni sino qui valutati sono il Sars-Cov-2 (ovvero il coronavirus) e l’adenovirus. Stando al Centro Europeo, l’infezione da adenovirus sarebbe lieve in circostanze normali, ma si pensa che la presenza di un cofattore possa innescare un'infezione più grave o un danno epatico immuno-mediato.
Non sono comunque state escluse altre cause infettive o tossicologiche, anche se ritenute meno probabili. Nel Regno Unito poi, nell'ultimo report pubblicato recentemente, la Uk Health Security Agency non ha escluso che alla base del contagio possano esserci gli animali domestici (soprattutto i cani). In Italia (dove è stata costituita un’unità di crisi di cui fanno parte Ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità, Regioni, Agenas, Agenzia italiana del farmaco, Nas e società scientifiche) dopo il "boom" di aprile, il quadro si è se non altro stabilizzato: sono stati verificati venti casi su un totale di cinquanta sospetti.
Nessuna correlazione con il vaccino anti Covid
Se fra le cause potrebbe dunque esserci il Covid, su un punto l'Iss ha ribadito la propria certezza: non esiste
nessuna correlazione fra il vaccino anti-Covid19 e l'epatite acuta, anche perché il numero dei vaccinati sul totale dei contagiati è da subito apparso esiguo. L'auspicio è che gli studi sciolgano presto ogni dubbio.
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