"Lei ubriaca e con la porta socchiusa". E per i giudici non fu stupro

La sentenza della Corte d'Appello di Torino fa discutere: un giovane è stato assolto dall'accusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazza. Secondo i giudici la giovane, coi suoi comportamenti, lo avrebbe invitato a osare

"Lei ubriaca e con la porta socchiusa". E per i giudici non fu stupro

“Era ubriaca e ha lasciato la porta socchiusa, un chiaro invito al ragazzo”. Non c’è stata violenza sessuale per i giudici della Corte d’Appello di Torino e dunque il presunto stupratore è stato assolto in secondo grado, dopo una prima condanna. È la sentenza, che sicuramente farà discutere, relativa a una storia di presunta violenza sessuale accaduta nella città della Mole.

La serata alcolica e quei baci precedenti

La storia su cui i giudici si sono dovuti pronunciare risale all’estate del 2019. I protagonisti sono due ventenni all’epoca dei fatti, amici già da cinque anni, ma tra i quali, per conferma di entrambi, non c’era un rapporto sentimentale ma solo di amicizia. Il ragazzo, durante le varie udienze processuali, ha però detto chiaramente che aveva espresso i propri sentimenti verso l’amica, la quale aveva altrettanto chiaramente espresso l’intenzione di non instaurare alcun rapporto che andasse oltre l’amicizia. Dopo alcuni baci iniziali, a quanto pare, la relazione tra i due era proseguita appunto come tra buoni amici. La denuncia della ragazza arriva in seguito a una serata in un locale di Torino dove i due si ritrovano per un aperitivo. La presunta violenza sessuale avviene in uno dei bagni che si trovano nel cortile interno del locale, dove lui avrebbe usato violenza, strappandole i jeans e abusando di lei. In primo grado i giudici accolgono questa ricostruzione e giudicano colpevole il ragazzo: 2 anni, 2 mesi e 20 giorni, come da richiesta del pm Fabiola D’Errico.

La sentenza ribaltata in secondo grado

Ma nei giorni scorsi ecco il colpo di scena. I giudici della Corte d’Appello ribaltano completamente la sentenza e assolvono il giovane dall’accusa di violenza sessuale. Come riporta il Corriere della Sera la sentenza recita: “Non si può affatto escludere che al ragazzo, la giovane abbia dato delle speranze, facendosi accompagnare in bagno, facendosi sporgere i fazzoletti, tenendo la porta socchiusa, aperture lette certamente dall’imputato come un invito a osare. Invito che l’uomo non si fece ripetere, ma che poi la ragazza non seppe gestire, poiché un po’ sbronza e assalita dal panico”. Per i giudici non ci sono prove della violenza. “L’unico dato indicativo del presunto abuso potrebbe essere considerato la cerniera rotta, ma l’uomo non ha negato di aver aperto i pantaloni della giovane, ragione per cui nulla può escludere che sull’esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si sia deteriorata sotto forzatura". Insomma, "il fatto non può essere inteso come inequivocabilmente deponente in senso accusatorio dalla Procura generale” .

Dunque, argomentano i giudici, “al momento dei fatti la ragazza era alterata per un uso smodato di alcol» ed «è quindi altamente probabile che non fosse pienamente in sé quando richiese di accedere al bagno, provocò l’avvicinamento del giovane che invero la stava attendendo dietro la porta, custodendo la sua

borsetta: non solo, ma si trattenne in bagno, senza chiudere la porta, così da fare insorgere nell’uomo l’idea che questa fosse l’occasione propizia che la giovane gli stesse offrendo. Occasione che non si fece sfuggire”.

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