Cronache

"Errore di laboratorio". Dubbi su "Deltacron"

Il mix tra Delta e Omicron, Deltacron, non sarebbe una nuova variante ma il frutto dell'errore di un'analisi di laboratorio: ecco il sospetto che serpeggia nella comunità scientifica

"Errore di laboratorio". Dubbi su "Deltacron"

La nuova variante di Omicron frutto del mix con la variante Delta, Deltacron, sequenziata a Cipro e di cui ci siamo occupati sul Giornale.it, sarebbe in realtà il frutto di un errore di analisi di laboratorio.

"Probabilmente è un artefatto"

È questo il sospetto che si è insinuato nella comunità scientifica come ha spiegato all'Ansa Marco Gerdol, ricercatore all'Università di Trieste. Anche se "è pressoché certo che una variante ibrida tra Delta e Omicron si possa generare perché fenomeni di ricombinazione sono ben note e sono già state osservate, per esempio, tra la variante Alfa e quella Delta", il ricercatore ha spiegato che nel caso specifico, "le 24 sequenze depositate dai ricercatori ciprioti sono state state analizzate abbastanza nel dettaglio da diversi gruppi di ricerca che concordano con il fatto che con ogni probabilità si tratta di un artefatto". Insomma, il virus continuerà a mutare dando origini a nuove varianti, probabilmente, ma non sarebbe questo il caso di Deltacron.

Infatti, da più parti arrivano le voci di una possibile contaminazione avvenuta nel laboratorio di Cirpo: lo afferma Tom Peacock, virologo al dipartimento di malattie infettive all'Imperial College London, per il quale "le sequenze di Deltacron di Cipro riportate da diversi media sembrano essere chiaramente una contaminazione", ha affermato. Secondo un altro esperto, Jeffrey Barrett del Wellcome Sanger Institute di Cambridge, le presunte mutazioni sono state individuate in una parte del genoma che è vulnerabile all'errore in alcune procedure di sequenziamento. "Questo non è quasi certamente un ricombinante biologico di Delta e Omicron". Ancora più netta è la posizione di Maria van Kerkhove, epidemiologa all'Organizzazione mondiale della salute (Oms): "Non usate parole come Deltacron, flurona o flurone per favore. Queste parole implicano una combinazione di virus/varianti che non sta avvenendo".

"Non è un errore"

Leondios Kostrikis, professore di Scienze biologiche all'Università di Cipro e capo del Laboratorio di biotecnologia e virologia molecolare di Cipro dove è stata sequenziata per la prima volta la nuova variante di Omicron, intervistato da Bloomberg ha ribadito che non si tratta di un errore, ritenuto "improbabile", ma che i dati da loro processati sono corretti "dal momento che i genomi sono stati analizzati in diverse procedure e in più di un Paese". E poi, a suffragio della tesi cipriota, rimane il sequenziamento di Deltacron anche in israele.

I ricercatori, però, non ne sono molto convinti. "Se andassimo ad analizzare tutti i genomi potremmo trovare migliaia di casi apparentemente ibridi. Alcuni studi fatti in passato hanno però rilevato che solo il 30% delle sequenze che sembrano ibride lo sono realmente. Il più delle volte si tratta di semplici errori di sequenziamento, che non sono rari nel momento in cui diverse decine di campioni vengono analizzate in parallelo". Insomma, l'errore umano dietro la creazione di questa sottovariante di Omicron? Presto sapremo con certezza se varrà la tesi cipriota o quella dei ricercatori scettici.

Perché non c'è da preoccuparsi

Errore o meno, la cosa importante è che non c'è alcun nuovo virus più contagioso e problematico di Omicron. "Qualora si verificasse una ricombinazione tra Delta e Omicron, non c'è nessun motivo di ritenere a priori che la nuova ipotetica variante debba prendere il peggio delle due, cioè la maggiore virulenza di Delta e la più alta trasmissibilità di Omicron", conclude Gerdol. In mattinata, intervistato da AdnKronos, si era espresso nel merito anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, il quale ha affermato che su Deltacron bisogna capirne di più. "Alcuni esperti virologi dicono che non è una nuova variante ma un errore di laboratorio, quindi più una contaminazione di Omicron su Delta. Dall'Imperial College di Londra alcuni virologi mettono in dubbio anche l'esistenza stessa di questa variante. Cerchiamo di fare meno allarmismo e aspettiamo di capire di più".

I dubbi degli esperti

"È troppo presto" per sapere quali possano essere le conseguenze della eventuale diffusione di Deltacron perché "i casi sono ancora pochi. Non è detto che sia peggiore. È sicuramente qualcosa da tenere sotto stretta osservazione e, con il sequenziamento, è necessario sapere sempre, con precisione, quanto si diffonde", ha affermato all'Adnkronos Salute il virologo Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il prof. Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), il quale ritiene che la combinazione tra due varianti "è un evento possibile e atteso", afferma a AdnKronos, "l'unione di Delta con Omicron non è sorprendente. In virologa esiste il riassortimento dei virus per formarne uno completamente nuovo, i coronavirus possono farlo. Deltacron potrebbe essere un nuovo virus che ha messo insieme mutazioni vecchie e nuove o un riassortimento virale".

Nonostante le voci che parlano di Omicron come l'errore di analisi di laboratorio, molti esperti credono alla teoria naturale dell'evoluzione del virus. "In questo momento è sotto osservazione, ma non è ancora definita come una variante di preoccupazione. Per saperne un pò di più ci vorranno tra i 15 giorni e le tre settimane", ha affermato il virologo Fabrizio Pregliasco sempre all'AdnKronos.

"Per ora - spiega l'esperto - sappiamo solo che si tratta di una variante che combina le mutazioni proprie di entrambe le varianti e che vede un numero ristretto di segnalazioni già da un pò di tempo, ma si tratta di capire quanto è diffusiva".

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