Cronache

"Gioele grave dopo l'impatto": c'è una prova nel parabrezza

Viviana Parisi non aveva ferite alla testa, ma il parabrezza era lesionato. L'ipotesi: il bimbo non era legato al seggiolino o il dispositivo non era agganciato al sedile

"Gioele grave dopo l'impatto": c'è una prova nel parabrezza

Ancora esami da parte degli esperti sull’auto di Viviana Parisi, la Opel Corsa utilizzata dalla donna lunedì 3 agosto. A bordo della vettura la mamma e il figlio Gioele. Secondo quanto emerso dall’ultimo controllo, la Polizia Scientifica avrebbe riscontrato alcune lesioni sul parabrezza anteriore. Uno dei due passeggeri avrebbe quindi potuto sbattere la testa in modo violento contro il parabrezza durante l’incidente tra la macchina e il furgoncino, avvenuto nella galleria Pizzo Turda dell’autostrada A20 Messina-Palermo.

Il parabrezza era lesionato

L’autopsia non ha però rilevato ferite sulla testa di Viviana. Quindi potrebbe essere stato Gioele a picchiare violentemente il capo. Il seggiolino su cui sedeva il bambino non era stato legato in modo corretto allo schienale e il bimbo potrebbe aver fatto un balzo a causa del violento impatto, sbattendo la testa. Il piccolo forse non aveva la cintura. Dalle foto dei rilievi, gli esperti hanno visto che il seggiolino era caduto tra il sedile anteriore e quello posteriore. Gioele potrebbe aver subito un trauma in modo violento ed essere deceduto poco dopo nel bosco. Il prossimo passo sarà quello di esaminare la tac effettuata sui resti del bimbo per cercare se vi sono fratture o lesioni sul cranio. Di questo si occuperanno i medici legali Daniela Sapienza ed Elvira Ventura Spagnolo. Intanto si stanno aspettando gli esiti degli esami fatti su sei tracce biologiche rinvenute all’interno dell’auto da parte della Scientifica di Messina e Catania.

Altri esami e altri sopralluoghi da parte degli esperti

Nella giornata di ieri gli inquirenti hanno fatto un altro sopralluogo nella boscaglia di Caronia, dove sono stati trovati i corpi di Viviana e Gioele, al fine di cercare altri resti del bambino. L’esame autoptico ha evidenziato che alcuni animali hanno assalito il piccolo. Si fa largo l’ipotesi che il bambino sia deceduto a causa dei gravi traumi riportati durante l’incidente automobilistico e che la madre sia morta suicida. Disperata per la morte del figlio, Viviana si sarebbe lanciata dal traliccio. Gli investigatori hanno però reso noto che non vengono tralasciate altre ipotesi. Infatti si stanno ancora cercando tracce di Dna sconosciuto sugli indumenti delle vittime che potrebbe far pensare a una aggressione. Nella giornata di domani verranno passati al setaccio casolari e allevamenti presenti nella zona. "Andiamo per esclusione. Per restringere sempre più il cerchio. E non è facile" ha fatto sapere chi sta indagando.

I legali della famiglia di Viviana Parisi, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, nei prossimi giorni presenteranno una istanza per consentire ai periti di parte da loro nominati di visionare le vetture coinvolte nell'incidente del 3 agosto. Lo ha confermato l'avvocato Cozza, che è stato contattato telefonicamente da LaPresse. La criminologa Flaminia Bolzan ha sottolineato con Agi che sono ancora molti gli interrogativi sul giallo di Caronia e che l’autopsia sul bimbo “non ha ancora chiarito la causa della morte. Le tracce biologiche nella vettura sono importanti. Quello che è probabile è che Gioele abbia subìto un impatto nell'incidente.

Ma è fondamentale valutare l'entità del colpo sul cranio".

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