Cronache

"Faceva troppo caldo...". Parla il don: cosa c'è dietro questa foto

Il sacerdote finito nelle polemiche per la Messa celebrata in mare: "Forse sono stato imprudente, Non eravamo riusciti a trovare un altro posto". La curia crotonese precisa: "Necessaro mantenere il decoro"

"Faceva troppo caldo...". Parla il don: cosa c'è dietro questa foto

Quella Santa Messa celebrata in mare, obiettivamente, faceva acqua da tutte le parti. Il materassino gonfiabile usato come altare, i giovani fedeli a mollo sotto il sole e il prete con loro, anch'egli in costume da bagno: la scena, ripresa da un cellulare, aveva suscitato scalpore e costretto la curia ad alcune precisazioni. A distanza di giorni da quella insolita liturgia "balneare", don Mattia Bernasconi, il sacerdote che aveva presieduto il rito, è tornato sull'accaduto accennando un pentimento.

"I simboli hanno una loro importanza, e io sono forse stato imprudente", ha osservato il vicario della parrocchia milanese di San Luigi Gonzaga, in quell'occasione in trasferta in Calabria per un campo della legalità della associazione Libera. Il racconto del sacerdote è quello di una "situazione di emergenza" trasformatasi comprensibilmente in un caso. "Non eravamo riusciti a trovare un altro posto per celebrare", ha spiegato il don al Corriere. E ancora: "All'inizio avevo pensato a una pineta, ma era già occupata. Erano le dieci e mezza di mattina, il sole era cocente: allora abbiamo deciso di virare verso l’unico posto confortevole, in acqua". Difficile però pensare che davvero non ci fosse un luogo più consono per allestire un altare, anche improvvisato, più dignitoso di quel materassino sorretto da un "chierichetto" in boxer.

"Sono sorpreso. La cerimonia doveva solo rappresentare un ringraziamento alla terra che ci aveva ospitato. Non volevamo di certo urtare la sensibilità di qualcuno", ha continuato don Bernasconi, la cui Messa acquatica aveva suscitato polemiche e pareri critici soprattutto nel mondo cattolico. Molti, infatti, avevano ritenuto quella celebrazione poco sobria e la stessa curia crotonese aveva rimarcato in una nota la necessità di "mantenere quel minimo di decoro e di attenzione ai simboli richiesti dalla natura stessa delle celebrazioni liturgiche", soprattutto quando l'eucarestia viene celebrata fuori da una chiesa.

"Mi rimprovero forse un po' di ingenuità: la cosa è stata fraintesa, forse anche giustamente. Però una signora mi ha ringraziato, dicendomi che si era sentita raggiunta dalla Chiesa anche in spiaggia. Ogni luogo va bene per diffondere il verbo del Signore", afferma ora don Mattia, ammettendo che - col senno di poi - avrebbe "evitato" quella scelta. Il suo racconto poi si fa dettagliato: "Non abbiamo avuto nessun problema logistico, per fortuna il mare era calmo e senza onde. Una famiglia ci ha offerto un materassino che abbiamo usato come altare: io avevo portato tutto, dalle ostie, al calice, al vino. Anche la stola, che non ho usato per ovvie ragioni. È stata una messa normalissima, con tanto di eucarestia e omelia".

In ambito ecclesiastico, però, c'è anche chi quella liturgia non la ritiene affatto "normalissima".

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