Cronache

False fatture, assolti i genitori di Matteo Renzi

La Corte d'appello di Firenze ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva condannato i genitori di Matteo Renzi per false fatture

False fatture, assolti i genitori di Matteo Renzi: "Il fatto non costituisce reato"

I genitori di Matteo Renzi, Laura Bovoli e Tiziano Renzi, sono stati assolti oggi pomeriggio perché il fatto non costituisce reato nel processo davanti alla Corte di appello di Firenze per l'emissione di due presunte fatture false. Tiziano Renzi e Laura Bovoli non erano presenti in aula al momento della lettura della sentenza. A comunicare la notizia, il legale Lorenzo Pellegrini. La corte d'appello ha assolto anche Dagostino dall'accusa di false fatture; a suo carico resta la condanna per truffa, reato di cui non erano accusati i Renzi, calcolata in nove mesi. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.

La procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne del primo grado per tutti gli imputati. È stata una camera di consiglio mediamente lunga quella che ha portato alla decisione dei giudici, iniziata poco prima delle 16 e terminata qualche minuto prima delle 19. I tre imputati hanno assistito a tutta l'udienza e alle arringhe del loro collegio difensivo, composto dagli avvocati Federico Bagattini, Lorenzo Pellegrini Dagostino è difeso dall'avvocato Alessandro Traversi.

La sentenza di primo grado era stata netta davanti a quello che i giudici definirono un "compendio probatorio preciso e univoco", che consentì "di affermare, senza incertezze, la ricorrenza di tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati ai tre imputati". Per questo motivo, per i Renzi venne chiesta una condanna a un anno e nove mesi per false fatture. Era il febbraio del 2019, ora la Corte d'appello ha ribaltato quella sentenza con formula piena: "Il fatto non costituisce reato".

L'oggetto del processo, che secondo l'accusa sono false fatture, sono due pagamenti che non sarebbero stati associati ad alcuna prestazione.

Le due fatture erano relative a presunti studi di fattibilità su progetti commerciali nell'outlet The Mall di Reggello (Firenze), del valore complessivo di quasi duecento mila euro, pagati alla Eventi 6 e alla Party dei Renzi dalla multinazionale Kering, parte offesa nel processo.

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