Cronache

Family Day: "In due milioni contro la rottamazione della famiglia"

Secondo gli organizzatori, due milioni di persone sono scese in piazza oggi contro il ddl Cirinnà. E ora la piazza del Circo Massimo lancia la sua sfida a Renzi: "Ci ricorderemo"

Family Day: "In due milioni contro la rottamazione della famiglia"

Vietato rottamare la famiglia. Questo è il grido del Circo Massimo. Una piazza di due milioni di persone, secondo quanto comunicano gli organizzatori a metà della manifestazione dal palco. Una piazza reattiva, che partecipa, che vuole dire la sua. Ci sono famiglie con bambini, tantissimi ragazzi. Ci sono sacerdoti, laici, rappresentanti di altre confessioni. Tutti sono scesi in piazza, come dicono loro stessi, a “manifestare per l’ovvio”. Che in questo caso è il diritto dei bambini ad avere una madre ed un padre.

È una piazza piena di messaggi indirizzati al presidente del consiglio Renzi. Dal titolo della manifestazione stessa agli striscioni presenti in piazza. In mezzo al Circo Massimo ce n’è uno in particolare che spicca. Mostra una frase con l’hashtag davanti: “Renzi ci ricorderemo”. L’hashtag, dice Mario Adinolfi dal palco, lo hanno messo perché al “mio amico Renzi piace parlare su Twitter". Il popolo del Circo Massimo vuole dire chiaramente al presidente del Consiglio che l’approvazione del ddl Cirinnà non rimarrà senza conseguenze politiche.

La piazza del Circo Massimo è una piazza che vuole pesare sulle decisioni del governo. Una piazza che vuole essere ascoltata. Lo dice chiaramente il presidente del comitato Difendiamo I nostri figli, Massimo Gandolfini, ai politici presenti in piazza: “Sarete voi ad essere la voce di questa gente in Parlamento”. Si rivolge ai tanti esponenti del centro-destra che sono intervenuti. Tra loro Giovanardi, Formigoni, Toti, Brunetta, Maroni, Fedriga, Gasparri, Giorgia Meloni, che al Family Day, tanto per essere in tema, ha pure annunciato di essere incinta. Alla manifestazione hanno aderito ufficialmente, inoltre, la Regione Lombradia, Veneto e Liguria, presenti sul palco con i rispettivi gonfaloni.

Non è una piazza “contro” quella del Family Day: lo ripetono chiaramente più volte, sia gli organizzatori che i manifestanti. La manifestazione, ripetono dal palco, è laica. I princìpi sono quelli sanciti dall’art.3 della Costituzione. A chi li accusa di essere razzisti rispondono: “Siamo in piazza contro le ideologie, non contro le persone”. A chi accusa l’Italia di essere un Paese oscurantista e fanalino di coda nel mondo per i diritti, la piazza risponde che il nostro è stato uno dei primi Paesi al mondo, nel XIX secolo a depenalizzare l’omosessualità, e che oggi è un Paese all’avanguardia perché non permette che vengano introdotte pratiche definite “barbare” come quella dell’utero in affitto, e vuole difendere il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. L’Italia non è indietro, dicono dal palco: l’Italia è avanti anni luce e “oggi che è sotto i riflettori di tutto il mondo deve dare l’esempio al mondo intero”. “Coraggio Italia”, urlano per questo dal palco una famiglia di migranti africani.

La manifestazione, dice la scrittrice Costanza Miriano nel suo intervento, è stata completamente autofinanziata. Niente “vescovi piloti” e niente finanziamenti da Oltretevere, ma contributi di due, dieci o cento euro inviati via internet da chi ha deciso di mettersi in marcia. E sono stati davvero tantissimi, da tutta Italia. La maternità surrogata e la “sessualizzazione precoce dei bambini” gridano invece dal palco del Circo Massimo, queste sì che sono pratiche che muovono miliardi di dollari. Ed è questo il motivo principale per cui le lobby vogliono portarle avanti.

Sui megaschermi in piazza sono stati proiettati video di denuncia di questa pratica, accompagnati dai "vergogna" dei manifestanti. Ed è stato fatto anche un omaggio a Papa Francesco, che di recente, invece, aveva detto che “non bisogna fare confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unioni".

Alle sveglie di Monica Cirinnà, quindi, il Circo Massimo ha risposto con Nessun Dorma, cantata dal tenore Francesco Grollo. Con l’aria di Puccini la piazza del Family Day ha lanciato dunque la sua sfida a Renzi.

La sfida di una parte di italiani che si sono svegliati e non sono disposti a scendere a compromessi sulla famiglia e sui diritti dei bambini.

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